Potenziali evocati gustativi (PEG)

 

Lo studio dei potenziali evocati gustativi resta ad oggi una delle sole metodiche di studio elettrofisiologico obiettivo della funzione gustativa utilizzabile di routine nella clinica umana. Un elettrodo di registrazione è posto in corrispondenza del lobo temporale o del vertice e un elettrodo di riferimento è posizionato sulla fronte (Figura 1 ). Sono stati proposti diversi tipi di stimolazione. Tra questi, la stimolazione elettrica con pulse alla frequenza di 200 Hz è stata utilizzata da alcuni autori. Tuttavia, questo tipo di stimolazione attiva la via trigeminale, e le attività corticali registrate sono provocate da una percezione gustativa e sensoriale. Altri autori hanno proposto una stimolazione chimica isolata. Benché questa permetta di evitare gli artefatti legati all'attivazione del trigemino, presenta l'inconveniente della difficoltà di sincronizzazione dello stimolo con le registrazioni e la rapida desensibilizzazione per saturazione dei recettori. Al fine di sincronizzare l'applicazione dello stimolo alla registrazione dei potenziali, sono stati impiegati diversi metodi. Uno di questi metodi consiste nell'erogare la sostanza sapida grazie a un'elettrovalvola collegata all'apparecchio di registrazione dei potenziali. 
Un altro metodo consiste nell'individuare il momento in cui la sostanza entra in contatto con la lingua grazie a un fascio laser oppure con metodo colorimetrico ; questo dispositivo è collegato anch'esso all'apparecchio di registrazione dei potenziali. Il fenomeno di desensibilizzazione rapida dei recettori, che ne fa dei recettori ad adattamento lento, impone tempi lunghi tra le acquisizioni dei potenziali. Ciò allunga notevolmente le durate degli esami quando è necessario un averaging importante per escludere gli artefatti. È in questo che risiede il principale limite dell'esame, poiché non è sempre possibile evidenziare i potenziali a causa di un averaging inadeguato. Sembrerebbe che sia necessaria una media di 200 acquisizioni per osservare la comparsa di potenziali quando il tempo tra le presentazioni degli stimoli è di 30 secondi. Questo numero può essere ridotto se l'intervallo tra la presentazione degli stimoli aumenta. Per un intervello superiore a 5 minuti Wada evidenzia dei PEG dopo solo otto acquisizioni. La temperatura di presentazione dello stimolo è importante per il rilevamento di quest'ultimo (cfr. supra). Una temperatura vicina alla temperatura corporea, mantenuta costante durante tutta la registrazione, è necessaria per ottenere dei PEG di buona qualità e riproducibili. Benché di solito sia studiata solo la funzione della corda del timpano, alcuni dispositivi sperimentali permettono di stimolare l'intera cavità orale  e o il nervo glossofaringeo. Idealmente, è necessario che il liquido utilizzato per lo stimolo sia recuperato per escludere gli artefatti dovuti ai movimenti di deglutizione. La durata di presentazione dello stimolo deve essere situata tra 500 e 3 000 ms.
L'interpretazione dei PEG deve tenere conto delle latenze e delle forme d'onda osservate, ma anche degli artefatti legati alla stimolazione trigeminale, all'attività motoria e ai potenziali evocati uditivi. Questi ultimi possono essere significativamente ridotti con la realizzazione dei test in una cabina insonorizzata e applicando dei tappi alle orecchie. I potenziali somestesici hanno generalmente un maggiore voltaggio e delle latenze più brevi di alcuni millisecondi controlateralmente al lato stimolato. Una registrazione bilaterale può avere un interesse per escludere queste fonti di errore. Quando lo stimolo è applicato monolateralmente, esso scatena un'onda positiva P1 con una latenza vicina a 150 ms registrabile al vertice e un'onda negativa N1 con una latenza vicina a 220 ms registrabile al vertice e sul lato temporale omolaterale (Figura 2 ). Se lo stimolo è presentato in modo bilaterale, è registrata solo l'onda P1. La durata di questa onda è di circa 600 ms. La comparsa di queste onde coincide per il paziente con la sensazione di presentazione di uno stimolo, ma non con la discriminazione qualitativa di quest'ultimo. Tutti i sapori primari sono in grado di generare dei PEG, tuttavia sembra che i sapori legati ai recettori metabotropici (dolce, amaro, umami) siano più soggetti a variazioni. Ciò si può spiegare con l'attivazione di vie di segnalazione più complesse e più lente di quelle dei canali ionici.

 

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Figura 2 
Corrispondenza tra risultati di potenziali evocati gustativi (PEG) e magnetoencefalografia (secondo Mizoguchi et al. riprodotto con l'autorizzazione degli Oxford Journals). Si può osservare una perfetta sincronizzazione tra i PEG registrati (onde P1, N1 e P2) e le correnti di dipolo equivalente corrispondenti (ECD1, ECD2 ed ECD3 rispettivamente) (A). Corrispondono in risonanza magnetica (B) all'attivazione delle aree gustative primarie bilaterali (ECD1) e secondarie (ECD2 e 3).