Esame clinico laringe

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Sinossi

L'esame clinico della voce è una valutazione di tipo funzionale. Le finalità sono quelle di fare una diagnosi della lesione, determinare le incapacità funzionali che ne derivano e valutare la ripercussione dell'handicap nella vita del paziente. L'esame si basa sull'anamnesi del paziente, sull'analisi della sua voce e sull'esame dell'apparato di produzione vocale. Da tale escursus e dal confronto dei dati che da questo derivano, si estraggono i parametri su cui si articola la più corretta programmazione terapeutica.

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Introduzione

«La voce è un supporto acustico, la parola è una forma applicata al suono laringeo, immagine delle cavità di risonanza.»  La voce è alla base della comunicazione orale, specifica dell'uomo. Per la gestione dei disturbi della voce, sono fondamentali l'esame dell'apparato vocale, la valutazione del suo funzionamento e lo studio della produzione acustica. Tuttavia, solo l'analisi totale della fonazione contestualizzata alla vita del paziente permette di capire le fluttuazioni della prestazione vocale e i sintomi sensoriali non accessibili a mezzi di indagine obiettivi (fig 1).

Fig 1 : 
Situazione della valutazione vocale: apparato vocale; utilizzazione dell'apparato da parte del paziente; la voce, supporto del messaggio; contesto di utilizzo.

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Esame clinico

http://www.em-consulte.com/templates/common/images/icons/article_puce_2.pngValutazione funzionale

A livello della lesione, l'analisi dei rapporti tra le diverse strutture che partecipano alla produzione vocale e al loro funzionamento permette di determinare il meccanismo fisiopatologico della disfonia e di fare una diagnosi funzionale.
Tutto ciò è differente dalla diagnosi eziologica che è specificamente medica e che si basa essenzialmente sull'endoscopia.
Riguardo l'incapacità, lo studio dell'alterazione delle caratteristiche della voce e della riduzione delle prestazioni vocali permette di valutare il grado del disturbo e il suo impatto sulle diverse funzionalità della voce.
Riguardo l'handicap, le difficoltà vocali, confrontate alle necessità della vita quotidiana, permettono di valutare le conseguenze della disfonia sulle attività del paziente.
Il risultato di questo studio, globalizzato dal medico, rapportato allo stato del paziente, è alla base delle decisioni terapeutiche.
Essa richiede un apprendimento specifico per acquisire un'abilità clinica.
Le difficoltà sono molteplici. L'assenza di normalità, accertata, sia nel campo delle caratteristiche vocali che in quello della realizzazione dell'atto vocale, riduce le distanze con la patologia. Fra l'altro, ciò è legato al fatto che la normalità funzionale è relativa al livello della prestazione di cui l'individuo ha bisogno per eseguire le sue attività, alla grande variabilità della produzione vocale tanto interindividuale quanto intraindividuale con il suo aspetto psicologico, all'aspetto «estetico» della voce che è anche variabile a seconda delle culture, delle epoche...
Le indagini obiettive restano dominio della ricerca, nella misura in cui la scelta degli strumenti adatti non sia stata oggetto di consenso e laddove questa scelta dipende dal tipo di apparecchiatura scelto secondo limiti commerciali piuttosto che scientifici. Tuttavia, nei prossimi anni, l'informatizzazione e i diversi lavori di consenso dovrebbero permettere la loro integrazione sistematica nella valutazione clinica della voce.
Conoscenze extramediche, in particolare linguistiche, fonetiche, acustiche e musicali sono necessarie per capire le diverse funzionalità della voce.
Questa valutazione è più o meno completa in funzione delle sue indicazioni.
È adattata a quelli che sono i suoi obiettivi (diagnostica, pre- o post-terapeutica o di ricerca clinica), alle diverse patologie (come casi particolari, voci neurologiche o voci senza corda vocale ), alle caratteristiche del paziente (come per i bambini, chi utilizza la voce come strumento professionale e, soprattutto, gli artisti ).

http://www.em-consulte.com/templates/common/images/icons/article_puce_2.pngAnamnesi

Con l'anamnesi, il medico identifica il disturbo percepito dal paziente, ricerca i pregressi interventi medici pertinenti alla storia della malattia e valuta il contesto del disturbo vocale.

Storia del disturbo vocale

Da quando esiste il disturbo vocale? Come è comparso? (descrizione delle circostanze di comparsa, ricerca dei fattori scatenanti...)
Presenta delle fluttuazioni con i fattori di aggravamento o di miglioramento? Può regredire completamente e, se sì, in quale occasione e/o su quale tipo di emissione compare (voce riferita, canto...)? Ci sono dei momenti nell'arco della giornata in cui predomina?
Il paziente ha presentato episodi precedenti e, se sì, quali misure di intervento sono state prese?
Qual è la tendenza evolutiva? Quali studi terapeutici sono stati realizzati?

Descrizione del fastidio

L'assenza di sintomi otorinolaringoiatrici (ORL) associati (disfagia, dispnea, otalgia, difficoltà di articolazione, di masticazione...) conferma l'indicazione della valutazione vocale.
A livello vocale, l'anamnesi può tentare di distinguere fra i disturbi legati alle alterazioni delle caratteristiche della voce (timbro, altezza, stabilità...) e la diminuzione delle capacità vocali (estensione, durata del tempo di comunicazione...).
La voce non è sempre il disturbo principale, infatti sono importanti anche i sintomi a livello della gola e del collo, segnalando la presenza di contratture anormali.
È importante che il medico valuti il significato che ha per il paziente il termine «astenia vocale». Può trattarsi di un'alterazione della voce, di una raucedine, di un disturbo più o meno doloroso della gola, di una diminuzione delle possibilità vocali che si verifica dopo un certo periodo di utilizzo. Precisare dopo quanto tempo di utilizzo continuo della voce appare questo affaticamento vocale e in che modo e, poi, in quanto tempo regredisce.
Queste informazioni sono preziose per poterne stabilire la gravità.

Conseguenze sulle possibilità fonatorie

La disfonia provoca un disturbo della comprensione?
Le difficoltà vocali alterano uno o diversi tipi di espressione vocale? (manifestazioni vocali: chiamata, urlo, canto, voce afona...).
Le prestazioni vocali sono ridotte? Le possibilità di adattamento della voce alle diverse situazioni di utilizzo sono limitate?

Conseguenze sulla vita del paziente

Le domande si orientano verso il disturbo che si avverte nella vita professionale, nella vita di relazione e nell'impatto psichico del disturbo vocale. Uno studio sulle conseguenze del sintomo vocale per il paziente, eseguito da Scott, ha evidenziato: 60% di disturbi lesionali in relazione all'alterazione della voce e della gola, 26% di denunce in rapporto a un'incapacità risultante dalla mancanza di proiezione e di ipertrasparenza, 14% di disabilità psicologica, sociale e professionale, con ripercussioni sulla famiglia e sugli amici.

Autovalutazione vocale

Questo mezzo permette di conoscere in che modo il paziente avverte la sua voce e come si pone rispetto al suo problema vocale. Permette di confrontare le informazioni raccolte dall'esaminatore con la valutazione fatta dallo stesso paziente. Fondamentalmente, permette di rendersi conto della differenza tra la valutazione del medico e quella del paziente. Rientra nella valutazione dell'efficacia dei trattamenti proposti. Infine, essa pone le basi per una riflessione sulle condizioni vocali del momento e la loro possibile evoluzione in funzione del progetto terapeutico. Possono essere utilizzate diverse griglie.

Scala bipolare di autostima vocale

Essa si basa sul principio di differenziazione semantica. Comprende 11 paia di aggettivi con una suddivisione in sette gradi, dal più basso al più alto, relativi alla qualità della voce. Si possono porre due domande:

 

 

 

«Indice dell'handicap vocale»

Propone un'indagine psicometrica dell'incapacità e dell'handicap vocale che può essere utilizzata per molte patologie. Trenta domande, divise in tre gruppi, numerate da 0 a 4, sono state approvate. I tre gruppi mirano agli aspetti funzionali (impatto del problema vocale sulle attività quotidiane), gli aspetti emotivi (impatto psicologico) e il quadro fisico (la propria percezione delle caratteristiche fisiche della voce). Il totale realizza 40 × 3 = 120 punti.
Questa classificazione ha permesso una correlazione con una griglia di qualità della vita, dimostrando che l'handicap causato da un problema vocale, sul piano sociale ed emotivo, è di maggior rilevanza rispetto a quello dovuto a una sinusite cronica, un'angina pectoris o una sciatica.
Al di fuori delle griglie, l'autovalutazione è eseguita al minimo, chiedendo al paziente, al momento della valutazione vocale, come trova la sua voce in quel dato giorno.

Contesto medico

La ricerca dei precedenti pertinenti all'anamnesi del disturbo vocale supera ampiamente il quadro dell'otorinolaringoiatria. Eseguita classicamente, l'anamnesi permette di prendere in considerazione tutte le patologie e tutti i fattori di rischio che possono influenzare la voce. In questo campo, non si può fare nessuna lista esauriente, ogni informazione deve essere analizzata in funzione delle nostre conoscenze rispetto al buon funzionamento della voce, come per esempio:

Quadro vocale

Il medico realizza una vera indagine sulla storia sociale della voce e dell'uso vocale.

Quali sono le diverse situazioni di utilizzo vocale?

Quali sono le modalità d'uso?

Qual è il livello di educazione vocale?

Ha eseguito un lavoro di espressione vocale? Ha praticato teatro, canto? Esercita un'attività corporea non sportiva? Ascolta musica? Suona uno strumento? L'uso della voce nel cantante o nell'attore richiede delle informazioni specifiche.
Come sottolineato da Heuillet-Martin : eseguire una valutazione vocale significa «entrare nella storia di una voce e di una vita». L'approccio al profilo psicologico del paziente è importante, ma è difficile da apprezzare nel corso di un colloquio.
Al termine dell'anamnesi, risultano chiari tutti gli elementi patogenetici della disfunzione vocale (evidenziazione dei fattori organici, di un sovraffaticamento e/o di una cattiva gestione...), vengono poste le basi di valutazione della situazione nel suo insieme.

http://www.em-consulte.com/templates/common/images/icons/article_puce_1.pngVoce

La voce è una trasformazione dell'energia aerea in energia acustica percepita dall'orecchio. La sua analisi è soprattutto acustica.

http://www.em-consulte.com/templates/common/images/icons/article_puce_2.pngMezzi di analisi della produzione acustica

A causa sia della complessità del fenomeno fisico-acustico che dei fenomeni psichico-acustici, è impossibile l'elaborazione di un unico metodo.

Metodi soggettivi/metodi obiettivi

La ricerca di tecniche obiettive è difficile.
Innanzitutto perché, nella realtà, è sempre tramite il nostro orecchio che sentiamo e analizziamo la produzione vocale, generalmente per decodificare il messaggio che la voce veicola. L'analisi percettiva rimane dunque il punto di riferimento, benché sia soggettiva. In effetti, il nostro orecchio non analizza i suoni di natura fisica e ha dei limiti di percezione propri della sua struttura. Le sue prestazioni sono variabili da un individuo all'altro. Le strategie di analisi sono proprie per ogni individuo.
In secondo luogo, benché la ricerca di parametri «biofisici» sia in corso, la loro obiettività è limitata dall'intervento della collaborazione del soggetto testato e dalla scelta da parte dell'esaminatore di tutto l'insieme (campione vocale) da analizzare (essendo la variabilità una caratteristica della voce). Tutte queste tecniche sono da considerarsi parzialmente obiettive. Tuttavia, l'orecchio rimane poco adatto per dare un giudizio sulle voci patologiche e il proseguimento delle ricerche di metodi obiettivi per descrivere e quantificare il comportamento vocale rimane importante per le correlazioni e la riproducibilità delle valutazioni . I lavori di ricerca si orientano verso analisi multiparametriche della voce, correlate ai criteri percettivi e ai criteri biomeccanici , associando dei criteri aerodinamici per «sensibilizzare» i parametri acustici.
In terzo luogo, la voce segue le variazioni melodiche all'origine della prosodia (melodia della parola) la cui analisi aggiunge altre difficoltà.
Così, diventa fondamentale la valutazione della percezione. Valuta il disturbo vocale come un insieme . È il metodo più comprensibile per il paziente e riveste un ruolo importante nella valutazione soggettiva della riabilitazione della voce. In funzione degli strumenti a nostra disposizione, può essere completata da parametri più obiettivi.

Scelta del campione vocale e registrazione

Scelta del campione

Il disturbo della voce può essere scoperto su un solo modo di produzione vocale. La voce, quindi, deve essere testata durante il momento di massima espressione: vocale trattenuta (con esordio, trattenuta, sottile), voce in stato di conversazione, voce riferita, voce di chiamata, voce cantata (canzone popolare, con tono vocale ascendente e discendente, sussurrata). I protocolli sono diversi, a seconda delle abitudini dell'esaminatore, e sono adattati al paziente.
Revis et al hanno dimostrato che i giudizi completi formulati su vocali trattenute sono simili a quelli espressi sulla parola; i giudizi riportati sulla parte stabile delle vocali trattenute risultano meno severi di quelli posti sulla parola.

Registrare un campione vocale su un registratore

Ciò permette:

Le condizioni di registrazione devono essere sempre le stesse: locale tranquillo (rumore di fondo inferiore a 40 dB), magnetofono a larga banda passante, microfono alla stessa distanza dalla bocca del paziente, con una costanza e una semplicità del materiale fonetico.
Gli standard di registrazione sono in piena evoluzione. Il sistema numerico senza compressione dei dati come il Digital Audio Tape (DAT) rimane l'elemento di riferimento. Questo strumento è stato comparato al più comune sistema numerico di analisi di dati: il Mini Disc (MD). Non ci sono differenze significative tra questi due sistemi per le analisi acustiche.

http://www.em-consulte.com/templates/common/images/icons/article_puce_2.pngCaratteristiche della disfonia

Questa valutazione inizia durante l'anamnesi e, talvolta, quando il paziente è in sala d'attesa  ... L'analisi scompone il suono nei suoi diversi parametri acustici: la frequenza, l'intensità, il timbro e la durata.

Frequenza = intensità

Su un piano puramente percettivo, la frequenza fondamentale (Fo) può essere qualificata come grave, acuta, instabile. Poiché il nostro orecchio ha la possibilità di distinguere la frequenza, si possono ottenere delle misure quantitative affidabili mediante uno strumento utilizzato in musica per individuare la nota. L'uso di strumenti di misurazione permette una gestione statistica dei risultati.

«Strumento abituale fondamentale»

È la nota sulla quale la voce è emessa con maggiore frequenza. Varia in funzione delle caratteristiche del discorso, con degli scarti diversi in rapporto al valore medio.
La sua determinazione su un'emissione vocalica sostenuta (semplice o alla fine di una data parola) è il metodo più diretto, ma rimane il meno vicino alla realtà della parola. Può essere misurato anche negli altri tipi di voce.
I numerosi studi realizzati per definire i valori di riferimento non sono concordanti, probabilmente a causa di differenze a livello delle attività vocali testate e dei modi di analisi. Complessivamente, la voce di conversazione è collocata tra La1 e Mi2 per l'uomo, tra La2 e Mi3 per la donna, tra Mi3 e La3 nel bambino. I limiti della normalità nella voce riferita sono da uno a due toni in più e, nella voce di chiamata, un'ottava in più rispetto alla voce di conversazione.

Istogrammi di frequenza

A partire dal segnale acustico o dal segnale elettroglottografico, le diverse frequenze e la loro percentuale (ma anche media, deviazione standard, coefficiente di variazione) possono essere misurate durante la lettura di un testo o da un altro campione vocale. Questo metodo è probabilmente il più obiettivo. Spiega l'estensione delle variazioni della frequenza che sono una delle caratteristiche della melodia della parola.

Intensità

Sul piano puramente percettivo, sono utilizzati i termini di normofono, iperfono o ipofono. La difficoltà sta nel differenziare l'intensità e la portata della voce: la portata dipende dall'intensità e dal timbro.
Sul piano obiettivo, l'uso di un sonometro permette delle misure precise e riproducibili, a condizione di rispettare sempre la stessa distanza labbra-microfono. Per le altre apparecchiature di analisi, il problema della taratura, da una parte, e della verifica del livello di registrazione, dall'altra, rendono spesso illusorio il raggiungimento di misure assolute dell'intensità.

Timbro

Metodi percettivi qualitativi

L'analisi percettiva rimane controversa a causa dell'esigua correlazione fra gli utilizzatori. Vengono utilizzati molti aggettivi, che derivano dal vocabolario musicale, per qualificare il timbro delle voci normali: ricco, chiaro, colorato, squillante... Anche nella patologia, sono molto numerosi: scarso, velato, soffiato, nasale, bitonale, forzato, rauco... La loro corrispondenza con una sensazione acustica dipende da diversi fattori: dalle caratteristiche dell'uditore, dal supporto fonetico, dagli aspetti metodologici (scelta del campione vocale, tipo di scala...). Infine, acquisire un'abilità nell'analisi percettiva richiede un allenamento. Bassich  ha dimostrato che sono necessarie 8 ore di allenamento per ottenere un accordo tra gli esaminatori intorno all'80%, in caso di giudici inesperti e per un sistema di valutazione basato su 13 parametri.
Sono state proposte delle scale con protocolli di giudizio per evitare queste difficoltà. Esiste una grande varietà, a causa dell'assenza di terminologia internazionale adeguata, per descrivere le qualità della voce. Fra i protocolli di giudizio percettivi i più conosciuti, la scala GRBAS (GradeRoughBreathyAsthenicStrained) è maggiormente utilizzata sul piano internazionale. La sua reputazione si basa sulla sua pubblicazione nell'opera di Hirano, Clinical evaluation of voice, nel 1981. Comprende cinque parametri e quattro categorie, numerate da 0 (assenza) a 3 (presenza massima). Dejonckere propone di aggiungere un sesto parametro «I», definito come la variabilità nel corso del tempo. Allo stesso modo, nel quadro degli studi del GREL (Gruppo europeo di ricerca sulla laringe), propone degli indici complementari, come «t» per il tremore o «d» per la diplofonia, al fine di precisare il parametro «R» (voce rauca).
Molto studiata  , ha il vantaggio di poter essere utilizzata in una pratica clinica quotidiana, per valutare la qualità della voce da parte dei medici. Essa non esclude nessun completamento mediante gli aggettivi scelti dall'utilizzatore. Gli accordi tra gli esaminatori sono soddisfacenti per G, R e B . La riproducibilità è soddisfacente soprattutto per il G. È meno buona sulla A che ha delle variabilità maggiori nel tempo. L'esperienza aumenta in modo significativo l'accordo fra gli esaminatori. L'uso di una scala visiva analogica non aumenta il grado di concordanza fra gli esaminatori. Le correlazioni di questa scala ai diversi parametri obiettivi sono riportate nella tabella.

Metodi obiettivi  

Metodi obiettivi qualitativi

Le rappresentazioni visive, come il sonogramma e lo spettrogramma, permettono di visualizzare dei fenomeni intermittenti o periodici (subarmoniche, tremori), di valutare l'importanza dei rumori di soffio rispetto alle armoniche. Yanagihara  ha proposto una classificazione delle voci patologiche presentata nel riquadro seguente.

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