Radiografie

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Martedì, 27 Marzo 2012 17:27
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 Nell’esplorazione delle cavità nasosinusali, la radiografia standard ha largamente perduto interesse rispetto alla TC o alla tomodensitometria (TDM). Conserva tuttavia delle indicazioni quando si desiderano informazioni semplici e rapide che possono evitare il ricorso alla TC.

Tecniche e risultati di esame
Tra tutte le radiografie frequentemente eseguite, soltanto due sono effettivamente utili.
Radiografia «faccia alta» (Fig. 1).
Questa radiografia mostra in modo soddisfacente i seni frontali, il labirinto etmoidale e, più moderatamente, i seni mascellari. Viene ben visualizzata la parte principale dei seni frontali, disposta nel segmento verticale dell’osso frontale. La sua trasparenza è in relazione al grado di pneumatizzazione che è spesso asimmetrico.
Nel 5-10% della popolazione, vi è agenesia uni- o bilaterale dei seni frontali. Di contro, il prolungamento sopraorbitale dei seni frontali è di difficile valutazione.
Il labirinto etmoidale è sicuramente ben visibile, ma la sua rappresentazione risulta da una sovraproiezione in direzione sagittale della successione delle cellule etmoidali. Di conseguenza, un’eventuale riduzione di trasparenza non permette di presumere la localizzazione delle cellule affette.
I seni mascellari sono meno ben visualizzati a causa di diverse sovraproiezioni. Si mette a confronto in particolare la luminosità destra-sinistra della zona vicina alle cavità nasali.
Radiografia in «proiezione di Blondeau» (Fig. 2).
Essa mostra soprattutto i seni mascellari, le ossa zigomatiche e una parte del seno sfenoidale attraverso la bocca aperta. Non mostra affatto il labirinto etmoidale e molto male i seni frontali.
Data la loro configurazione piramidale ad apice posteriore, la trasparenza dei seni mascellari non è uniforme. Infatti, dal momento che le pareti convergono verso un apice posteromediale, si determina una diminuzione di trasparenza in direzione delle parti periferiche della cavità sinusale. Ciò non deve evidentemente far sospettare una «sinusite in quadro». Il principale handicap di questa incidenza è la mancata visualizzazione dei recessi alveolari.
A condizione che la radiografia sia eseguita in posizione bocca aperta, il fondo del seno sfenoidale è abbastanza visibile quando è ben sviluppato. Si tratta comunque solo di un approccio parziale.


Radiografia«faccia alta» (Fig. 1) Radiografia in «incidenza di Blondeau» (Fig. 2)

Radiografia digitale
Attualmente, esiste una tendenza generale all’evoluzione verso la radiografia digitale. Ciò vale anche per lo studio delle cavità nasosinusali. Questo post-trattamento dell’immagine, la modulazione del contrasto e la migliore visualizzazione della trama ossea comportano dei vantaggi indiscutibili. L’ingrandimento e l’inversione dell’immagine non suscitano, al contrario, grande interesse. La digitalizzazione è quindi un semplice progresso tecnico che permette di osservare meglio le strutture con una minore irradiazione, ma non apporta informazioni nuove.
Dosi di irradiazione
La dose massima consentita per i lavoratori professionalmente esposti è di 5 rad (5cGy) all’anno. Una radiografia del cranio trasmette in media al paziente 0,01cGy.
Nell’ambito delle radiazioni utilizzate in diagnostica, il rischio è minimo per il cristallino che può tollerare fino a 5 cGy.