Rinoscopia tradizionale

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Martedì, 27 Marzo 2012 17:24
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La rinoscopia anteriore eseguita durante la visita, richiede una strumentazione minima:
– fonte luminosa (specchio di Clar)
– speculum nasale
– pinza di Politzer
– batuffolo di cotone
– sostanze anestetiche e vasocostrittori locali
La rinoscopia posteriore richiede un abbassalingua rigido e specchi concavi di varie dimensioni.

Tecnica d’esame

È necessario posizionare il paziente in modo corretto su una sedia da esame, con la testa ben ferma su un poggiatesta. L’esame inizia senza alcuna preparazione delle fosse nasali.
In funzione delle prime osservazioni, si eseguirà un secondo esame dopo tamponamento con prodotti anestetici e vasocostrittori locali (Xilocaina nafazolinatat).
Lo speculum deve essere diretto secondo le tre posizioni di Lermoyez per studiare rispettivamente i meati inferiore, medio e superiore.
La rinoscopia posteriore è spesso di realizzazione delicata, dal momento che l’esame è condizionato dalla presenza di un riflesso di nausea e dal tipo di conformazione anatomica. Lo specchio, precedentemente riscaldato per limitare la formazione di condensa, viene inserito sotto il velo pendulo, con la lingua tenuta in basso dall’abbassalingua. Sfruttando l’inclinazione dello specchio, l’esplorazione del rinofaringe potrà essere più o meno completa.


Dati dell’esame
I dati che si ricavano dall’esame sono relativamente limitati; la rinoscopia permette comunque una buona esplorazione del vestibolo e della valvola nasale. A seconda della conformazione di ogni paziente, l’esame permette l’analisi più o meno adeguata del setto nasale, del turbinato inferiore, dell’opercolo del turbinato medio e più difficilmente del turbinato superiore.
La rinoscopia permette di stabilire la presenza di alterazioni strutturali, di patologie infiammatorie o infettive e di formazioni tumorali benigne o maligne sufficientemente evolute.


Disinfezione.Sterilizzazione del materiale
Secondo le regole comunemente accettate, sono indispensabili tre fasi per trattare il materiale in acciaio inossidabile in vista di un nuovo impiego.


- Decontaminazione
È il primo trattamento da effettuare sugli oggetti e i materiali con tracce di sostanze organiche, allo scopo di ridurre la popolazione di microrganismi e di facilitarne la successiva pulizia. La decontaminazione ha anche lo scopo di proteggere il personale al momento della manipolazione degli strumenti e permette di evitare la contaminazione dell’ambiente.
La decontaminazione viene eseguita con bagno del materiale immediatamente dopo l’uso. Lo strumentario deve essere totalmente immerso nel bagno decontaminante. Il prodotto decontaminante viene utilizzato rispettando scrupolosamente le concentrazioni e le temperature suggerite dal produttore.
È necessario un bagno della durata di 15 minuti per essere conformi alle norme relative agli antisettici e disinfettanti (da NF T72-150 a NF T72-231). I bagni devono essere sostituiti almeno una volta al giorno, più spesso se gli strumenti sono molto sporchi.
- Pulizia
Eseguita manualmente:

  • si utilizzano prodotti per la pulizia o prodotti combinati per decontaminazione e pulizia.
  • Si esegue con brushing servendosi di spazzole di plastica flessibili;
  • è indispensabile risciacquare il materiale accuratamente e abbondantemente con acqua corrente. Prima del condizionamento ilmateriale deve essere rapidamente asciugato.

Eseguita meccanicamente: bisogna rispettare scrupolosamente le condizioni d’uso dei prodotti per la pulizia. Uso di un ciclo che includa lavaggio, risciacquo e asciugatura.
- Sterilizzazione
Salvo eccezioni, gli strumenti vengono sterilizzati con vapore acqueo in autoclave a 134 °C per 18 minuti.
In ambulatorio, per la possibile insorgenza della malattia di Creutzfeldt-Jakob, si raccomanda l’impiego di una piccola autoclave.
Le ampolle a calore secco non vengono più consigliate. L’impiego di bagni disinfettanti rimane un’alternativa.