Test Del Trasporto Mucociliare

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Martedì, 27 Marzo 2012 17:32
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studia il tempo che una particella impiega a percorrere la cavità nasale fornendo notizie utili sullo stato di salute delle cellule nasali deputate a tale importantissima funzione. Le modalità di esecuzione si fondano sul deposito di una modesta quantità di finissima polvere di carbone, perfettamente compatibile con le funzioni vitali umane, arricchita con saccarina: lo Specialista, dopo aver misurato le cavità nasali e calcolato i tempi di comparsa del carbone in mesofaringe (gola e del riferito sapore di dolce è in grado di stabile se i vari parametri ottenuti sia in norma o meno): 

La depurazione mucociliare è un mezzo di difesa aspecifica ma fondamentale di fronte alle contaminazioni per via aerea. Si basa sull’intrappolamento delle particelle e dei microrganismi nel muco e poi, grazie al battito delle ciglia, sul trasporto del muco verso il faringe dove è eliminato con la deglutizione. Le sue alterazioni congenite (mucoviscidosi, discinesie ciliari primitive) o acquisite (dopo infezione virale) sono coinvolte nella comparsa di patologie infettive diffuse e spesso gravi del naso e dei seni. La valutazione della funzione di clearance mucociliare dell’epitelio nasale rappresenta quindi uno strumento diagnostico fondamentale in
presenza di un quadro di rinosinusite suppurativa diffusa del bambino o dell’adulto.
Esame della clearance mucociliare nasale
Il test più comune, facile da eseguire nella pratica quotidiana, si basa sulla valutazione del tempo di transito della saccarina misurato tra il deposito di particelle di saccarina sulla superficie della mucosa nasale e la percezione del gusto dolce da parte del paziente che
deglutisce regolarmente. Richiede una buona collaborazione del  paziente, che mantiene la posizione seduta senza soffiare né annusare, ma sembra possibile anche nel bambino. Normalmente,il sapore dolce è percepito in circa 15 minuti, ma esistono dellevariazioni intersoggettive e soggettive e soltanto i valori superiori a 30 minuti sono considerati patologici. È possibile associare alla saccarina un indicatore colorato (indigotina) che sarà individuato nell’orofaringe. La misurazione del tempo di transito della saccarina costituisce quindi un buon test di screening delle anomalie della clearance mucociliare che deve portare, in caso di alterazioni, al proseguimento delle indagini.
Lo studio della clearance mucociliare nasale attraverso analisi del trasporto di particelle radioattive (sfere di resina o sieroalbumina marcate al tecnezio 99) è un metodo più preciso che permette di ottenere un valore di clearance in mm/min ma è poco utilizzabile di routine a causa della sua indaginosità.
Studio del battito ciliare
In clinica, lo studio del battito ciliare permette di diagnosticare le lesioni acquisite ma soprattutto primitive delle ciglia dell’epitelio respiratorio. Lo studio del battito ciliare può essere effettuato in vitro o in vivo.
Lo studio in vitro è quello più comunemente accessibile,ma necessita di una stretta collaborazione con il citologo. Infatti, lo studio è eseguito su alcuni ammassi di cellule nasali preparate e analizzate al massimo nelle 4 ore dopo il prelievo. Le cellule vengono raccolte spazzolando la superficie epiteliale (spazzola citologica) della faccia mediale del terzo medio (il terzo anteriore è rivestito da un epitelio non ciliato) del turbinato inferiore (o, se
necessario, a livello del turbinato medio) e quindi sospese in un ambiente di sopravvivenza cellulare. Per la ricerca di anomalie primitive, il prelievo deve essere eseguito lontano da un periodo di infezione, che può essere responsabile di una riduzione della frequenza del battito ciliare o addirittura della scomparsa delle cellule ciliate. È stato inoltre proposto di studiare la funzione ciliare dopo ciliogenesi per escludere le anomalie acquisite. Il battito ciliare può essere valutato semplicemente tra il vetrino e il coprioggetto, ma la misurazione della frequenza del battito ciliare impone il ricorso a metodiche diverse: stroboscopia elettronica, microcinematografia ad alta velocità o foto-oscillometria. L’esame deve anche valutare la presenza di cellule ciliate battenti e il sincronismo del battito e deve essere confrontato con la valutazione della quantità di cellule ciliate nel prelievo (vedi oltre).
Per misurare la frequenza del battito ciliare in vivo, sono stati recentemente proposti diversi metodi che utilizzano le variazioni di riflesso della luce indotte dal battito delle ciglia sulla superficie della mucosa nasale. Queste metodiche sono tuttora da convalidare
e non sono ancora disponibili nella pratica clinica.
Studio dell’ultrastruttura ciliare
Lo studio dell’ultrastruttura ciliare è indispensabile per porre la diagnosi di discinesia ciliare primitiva, dove rivela delle anomalie monomorfe che interessano la maggior parte delle ciglia,
contrariamente alle anomalie osservate nelle patologie acquisite.Lunga e costosa, la sua realizzazione è indicata in caso di anomalia della frequenza del battito o, se questa è normale, in caso di quadro clinico chiaramente evocatore (esistono discinesie ciliari primarie con frequenza del battito normale ma con disorientamento delle ciglia [22]).
L’ultrastruttura ciliare è analizzata secondo le tecniche classiche di microscopia elettronica a trasmissione, su frammenti di mucosa nasale contenenti numerose cellule ciliate orientate sullo stesso piano. Il prelievo è eseguito con brushing [23] o con curettage e/o biopsia [5] e deve essere fissato adeguatamente (glutaraldeide 2,5% in tampone cacodilato 0,045M di pH 7,4). L’analisi, che si deve basare per lo meno su 50 sezioni trasversali di ciglia provenienti da
cellule diverse, evidenzierà il/i tipo/i di anomalia, la frequenza (in percentuale di ciglia anomale) oltre all’orientamento delle ciglia vicine.
Una piccola percentuale di anomalie ciliari minori è presente in alcuni soggetti in assenza di patologia respiratoria (alterazioni polimorfe che colpiscono circa il 5% delle ciglia studiate). Quando anomalie polimorfe coinvolgono una percentuale elevata di ciglia(> 30%), evocano una patologia ciliare acquisita postinfettiva o tossica. Nelle discinesie ciliari primarie, le anomalie ultrastrutturali delle ciglia sono omogenee e interessano una grande
maggioranza di ciglia (tranne che per le anomalie del complesso centrale che non riguardano mai più del 50% delle ciglia). Il difetto ultrastrutturale più frequentemente riscontrato è l’assenza del braccio di dineina, ma sono state descritte altre anomalie assonemali. 
Studio delle proprietà del muco
Il muco nasale è composto da una rete di glicoproteine e contiene numerose molecole (IgA, lisozima, difensine) che partecipano al ruolo di difesa specifica e non specifica dell’epitelio nasale. Le sue proprietà reologiche condizionano il buon funzionamento della clearance mucociliare ma il loro studio non è sviluppato nella pratica clinica corrente.