Test di provocazione nasale (Tpn)

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Martedì, 27 Marzo 2012 17:36
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Test di provocazione nasale specifica - si fanno inalare al paziente per via nasale sospensioni in polvere delle sostanze da testare (pollini, acari). Si valutano le reazioni (comparsa di ostruzione nasale, di prurito, di starnuti e di secrezione).
Più di 150 anni fa, Blakley depositava dei granuli di polline a contatto con la mucosa nasale e scatenava il quadro della rinite da polline, dimostrando così una nuova entità clinica e la validità dei test di provocazione. Malgrado i numerosi tentativi, non esistono per il momento tecniche standardizzate per eseguire i test di provocazione nasale. La difficoltà è duplice, dovuta al contempo sia ai metodi di provocazione (aerosol, applicazione diretta sulla
mucosa per mezzo di batuffoli, siringa, applicatori vari, ...) che ai metodi di valutazione della risposta nasale (misurazione dei sintomi soggettivi, rinomanometria, rinometria acustica...).
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Rinomanometria                                 Rinometria acustica

TPN ai pneumoallergeni
Il risultato di questi test deve essere interpretato con cautela poiché questa stimolazione sperimentale della mucosa differisce notevolmente dall’esposizione naturale a un dato allergene. La concordanza tra i risultati dei TPN e gli altri criteri classici della diagnosi clinica di rinite allergica varia, secondo gli studi e gli Autori, da eccellente a scarsa. Così, questi pazienti possono avere test cutanei positivi e TPN negativi. Allo stesso modo, non esiste
sempre una correlazione tra l’entità della risposta cutanea (sensibilità cutanea) e la dose di allergene necessaria per scatenare la reazione nasale (sensibilità mucosa). Non esiste sempre una correlazione tra la dose scatenante di allergene a livello nasale e la gravità dei
sintomi naturali. In pazienti con storia clinica molto suggestiva, sono state riportate alcune discordanze tra la valutazione rinomanometrica che non era modificata e la comparsa di marker biologici dell’infiammazione nasale. I rischi di un errore di interpretazione dei test di provocazione nasale sembrano aumentare soprattutto quando forti dosi di allergeni vengono usate per le provocazioni, a causa probabilmente dell’iperreattività nasale aspecifica o quando gli estratti impiegati non sono di qualità ineccepibile. I TPN sono generalmente valutati al termine di 5-30 minuti. In realtà, soprattutto con i pollini e gli acari, esistono spesso delle risposte ritardate tra la sesta e la ventiquattresima ora che possono quindi essere ignorate.

Bisogna dunque fare un grande sforzo di standardizzazione ma, se realizzati da un’equipe esperta e valida, questi TPN permettono in alcuni casi di ricevere informazioni preziose.

TPN farmacologici
Non sono usati in clinica ma hanno permesso di migliorare le conoscenze fisiopatologiche.
Così l’istamina e la metacolina innescano sia nel soggetto sano che nei pazienti rinitici, reazioni cliniche specifiche e riproducibili, ma che non hanno permesso di differenziare i due gruppi.
La bradichinina innesca i sintomi nasali e faringei della rinite acuta virale e ha permesso di orientare la ricerca in direzione delle antibradichinine.
La risposta a un aerosol di isoproterenolo, inibita con un pretrattamento di propranololo, ha confermato la presenza di recettori beta-adrenergici nella mucosa nasale.
La polimixina B, un liberatore di istamina, è stata utilizzata per testare la reattività dei mastociti nasali nella rinite allergica.Infine, è stato dimostrato che l’osmolarità di una sostanza
nebulizzata nel naso poteva scatenare da sola una risposta nasale.

TPN fisicochimici
Sono stati descritti diversi modelli che dimostrano che il SO2, il NH3, una miscela aria-elio, l’ipercapnia, l’arricchimento in O2, ecc...possono alterare la risposta nasale.Il test di provocazione della mucosa nasale con aria fredda e secca scatena nello sciatore una rinorrea che può essere inibita mediante pre-trattamento con atropina. È stato dimostrato anche che i TPN allergenici erano modificati a seconda che il paziente respirasse aria
calda e umida o fredda e secca.
Questa complessità evidente della reattività della mucosa nasale non deve frenare lo sviluppo della pratica dei test di provocazionenasale. La loro realizzazione richiede soltanto un grande rigore di metodo e di interpretazione.