Chirurgia estetica

 

Il problema di un brutto naso
Un naso troppo grosso, storto, o gibboso può rovinare la vita.
Spesso però un naso brutto è anche un naso che respira male. Certo la soluzione estetica è importante, ma non basta: se c'è un deficit funzionale, va corretto.

Difficoltà respiratorie
Nella maggior parte dei casi la difficoltà respiratoria è determinata dalla deviazione del setto nasale e dall'ipertrofia dei turbinati.
Molte deviazioni del setto sono da attribuirsi a traumi, sebbene la maggior parte abbia origine congenita o faccia seguito a microtraumi, spesso misconosciuti, avvenuti in età infantile. Una caduta dal triciclo può infatti procurare una deformazione di cui non ci si accorge al momento, ma che con la crescita porta all'ostruzione delle narici e può concorrere alla formazione del gibbo.
turbinati sono piccole propaggini all'interno del naso che umidificano e surriscaldano l'aria prima di inviarla alle prime vie aeree e da qui ai polmoni. Essi possono ingrandirsi ed occupare gran parte dello spazio ostacolando il flusso dell'aria. Nella maggior parte dei casi l'ipertrofia dei turbinati si ritrova dal lato opposto a quello della deviazione del setto a causa dello stimolo dato dal maggior passaggio di aria nella narice non ostruita.
Talvolta l'ipertrofia può essere invece di tipo vasomotorio, cioè legata ad eventi allergici ed individuali, la cui causa spesso non è accertabile e la cui soluzione non è legata alla chirurgia ma all'eliminazione dello stimolo irritativo.

Il naso: com'é fatto
La piramide nasale è una struttura osteocartilaginea costituita dalle ossa nasali (1), dalle cartilagini triangolari (2) e alari (3) e dal setto che poggia inferiormente sull’osso mascellare.
Il setto ha una porzione anteriore cartilaginea ed una posteriore ossea (vomere).
Sulle pareti laterali interne vi sono i turbinati, propaggini di mucosa destinate a riscaldare l’aria .
Il termine generico di rinomegalia indica un naso eccessivamente grande e può essere dovuta ad una disarmonia della punta, del dorso, delle ossa nasali, del setto o ad un insieme di questi. Un ruolo importante riveste la cute che può essere talvolta eccessivamente spessa o sottile.


naso difetti naso rinoplastica chirurgia nasale

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La rinosplastica e l'armonia del volto
La piramide nasale deve essere osservata nel contesto del volto ed in particolare si deve armonizzare con gli zigomi, il mento e le labbra.
Non esiste un naso ideale. In genere la filosofia operatoria persegue il raggiungimento di un'armonia di insieme. Paradossalmente, un naso dai canoni perfetti sul volto sbagliato si rivela disarmonico, diventa quello che definiamo "un naso che non c'entra nulla".
Talvolta invece può essere indicato, ma non obbligatorio, associare alla rinoplastica una correzione del labbro o del mento, anche modesta.

Rinoplastica con elaborazione grafica
In alcuni casi prima dell'intervento è possibile elaborare graficamente al computer le modifiche che si intendono apportare alla forma dela naso. Tali elaborazioni sono semplici indicazioni di massima e non un modello fedelmente riproducibile con l'intervento.
L'ausilio del computer è però importante per comprendere sia le possibilità di risultato che i limiti dell'atto chirurgico.

Rinoplastica: esami preoperatori
E' indispensabile effettuare prima dell'intervento alcuni esami del sangue, l'elettrocardiogramma ed alcune lastre radiologiche del naso. In alcuni casi può essere utile la TAC del cranio, la rinomanometria oppure l'endoscopia delle vie aeree.

Rinoplastica: l'anestesia
L'intervento può essere effettuato in anestesia locale, locale assistita o generale a seconda del tipo di intervento.
L'intervento viene effettuato in strutture attrezzate atte a garantire il massimo dell'affidabilità e della sicurezza.
Il primo criterio da perseguire è infatti quello della sicurezza.

La tecnica della rinoplastica
La rinoplastica è un intervento atto a modificare ed a ridurre un naso,
 gibboso, adunco o grosso, portandolo alle giuste dimensioni e ad un corretto profilo estetico che si armonizzi con il resto del viso.
Se unitamente alla problematica estetica si palesa un difetto di respirazione, allora è necessario ricorrere alla rinosettoplastica in cui si agisce sulla strutture della piramide nasale che determinano l'ostruzione, talvolta si agisce anche sui turbinati, riducendone la dimensione.
Per accedere alle strutture osteocartilaginee si può ricorrere a sole incisioni interne alle narici (tecnica chiusa) oppure ad un accesso alla columella (tecnica aperta) che porta ad un modestissimo esito cicatriziale ma che permette un maggiore controllo delle strutture da modellare.
Al termine dell'intervento viene giustapposto un archetto gessato che verrà mantenuto per 5 giorni e, talvolta, i tamponi nasali, che nella maggior parte dei casi verranno rimossi a distanza di qualche ora, sebbene in rari casi debbano permanere in sede per qualche giorno.

Il decorso della rinoplastica
E' più rapido di quello che ci si possa immaginare
 sebbene nel periodo immediatamente postoperatorio il naso e le palpebre si gonfieranno inevitabilmente un po', in misura variabile in funzione della reazione soggettiva; il gonfiore si attenuerà nell'arco di 1-2 settimane e così pure le ecchimosi. Talora ci possono essere piccole emorragie congiuntivali destinate a riassorbirsi rapidamente.
Alla rimozione dell'archetto il naso apparirà gonfio, la punta eccessivamente elevata, la base allargata se vista dal davanti, l'angolo nasofrontale può donare un aspetto transitorio a "profilo greco".
Nell'arco di qualche giorno il naso inizierà a sgonfiarsi, seguendo un percorso che porterà ad un risultato abbastanza vicino a quello definitivo intorno al secondo/terzo mese.
La sensibilità della pelle del naso ed in particolare della punta sarà alterata per qualche tempo.
Il risultato definitivo che permetterà di apprezzare i più fini dettagli anatomici si ha talvolta anche a distanza di un anno dall'intervento. In genere più spessa e grassa è la pelle, maggiore è il tempo necessario per raggiungere il risultato definitivo.

Precauzioni 
Per 2-3 settimane sarà bene evitare di poggiare direttamente gli occhiali sul dorso del naso (una minuscola garzina sarà sufficiente), evitare di esporsi al sole ed evitare, sebbene il consolidamento della piramide nasale avvenga con grande rapidità, attività "pericolose" che possano arrecare traumi al naso.

Complicanze della rinoplastica
Mai fidarsi di un chirurgo che ometta di parlarne!
La rinoplastica è un intervento chirurgico e come tale va affrontato. Le complicanze, sebbene rare, sono sempre possibili. Quelle immediate 
contemplano anche gravi ma rarissime complicanze anestesiologiche. Le possibili, sebbene rare, complicanze immediate chirurgiche sono date da eventi emorragici che possono necessitare il reinserimento dei tamponi e, rarissimo, trasfondere. Altrettanto rare, la sofferenza e necrosi dei tessuti della piramide e le infezioni .
Le complicanze tardive sono costituite da malposizionamenti della piramide, asimmetrie di struttura ed il persistere delle problematiche respiratorie.
A volte si rendono pertanto necessari dei ritocchi che generalmente sono molto più semplici dell'operazione iniziale, sia per tecnica che convalescenza.

 

La rinoplastica, nella maggior parte dei casi, si esegue per correggere l'ipertrofia globale della piramide nasale (un naso troppo grande o lungo); per eliminare un gibbo nasale (una gobba sul dorso del naso) o per ridurre e/o armonizzare la forma del lobulo nasale (la punta).
Tali modifiche dell'estetica devono essere ottenute da un lato, rispettando il più possibile l'aspetto "naturale" del paziente, dall'altro seguendo i canoni che regolano le proporzioni del naso e del volto
Le tecniche più moderne e più frequentemente utilizzate nell'esecuzione dell'intervento sono:

  • Rinoplastica chiusa per via extramucosa (Extramucosal Rhinoplasty)
  • Rinoplastica Aperta (Open Rhinoplasty)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RINOPLASTICA CHIUSA PER VIA EXTRAMUCOSA 
Le incisioni sono endonasali (all'interno del naso) e quindi del tutto invisibili. Le più praticate sono: l'incisione intercartilaginea (Fig. 1) e l'incisione intersetto-columellare (Fig. 2).

Vengono eseguite in entrambe le narici per una lunghezza di meno di un centimetro per parte.

Attraverso le incisioni si separano molto delicatamente (dissezione) (Fig.3) i tessuti molli del naso (cute, sottocute e muscoli) dalle strutture di sostegno osteo-cartilaginee (ossa nasali, cartilagini triangolari, alari e del setto).
Tali strutture costituiscono lo scheletro della piramide nasale e dalla loro forma dipende l'aspetto estetico del naso.
Operando all'interno dello spazio che si crea con la dissezione al di sotto dei tessuti molli, si possono eseguire tutte le modifiche delle strutture di sostegno necessarie per dare al naso la forma voluta.
Si modificano per prime le strutture cartilaginee (Fig.4).


Si modificano successivamente le strutture ossee con precise osteotomie (incisioni dell'osso). Esse vengono praticate:

sul gibbo (gobba) del dorso nasale, che viene asportato (Fig. 5);





sulla sommità della piramide nasale (osteotomia mediana) Fig. 6





e sulla base delle ossa nasali (oteotomia basale) Fig. 7




Le ossa nasali proprie vengono in tal modo separate dall'osso mascellare e riunite tra loro con una frattura chirurgica (Fig. 8). Così si colma il vuoto creato dall'asportazione del gibbo e si chiude il "tetto del naso".



Si esegue infine la plastica del lobulo (la punta) (Fig. 9) riducendo e modellando le cartilagini alari, dopo averle evidenziate con una incisione al bordo inferiore delle narici (incisione marginale).


Talvolta è necessario, per migliorare ulteriormente la forma della punta, eseguire sezioni complete delle cartilagini alari ed innesti di cartilagine (Fig. 10).


Nella rinoplastica per via extramucosa (extramucosal rhinoplasty) la mucosa nasale non viene sezionata ma delicatamente separata dalle parti interne del naso (Fig.11). La metodica consente di rispettare integralmente l'anatomia del naso preservando completamente le funzioni dell'organo. E' ad uno stesso tempo una tecnica di semplice esecuzione e decisamente meno traumatica per il paziente .


RINOPLASTICA APERTA (OPEN RHINOPLASTY)

In questa tecnica, preconizzata e largamente eseguita dalla scuola Americana, la via di accesso alle strutture nasali avviene attraverso ad una incisione praticata sulla cute del naso in una area che si trova nella parte inferiore della piramide nasale tra le narici (columella) (Fig.12).

Dopo l'incisione si pratica un attento scollamento dei tessuti molli dalle strutture dello scheletro nasale. L'intervento procede successivamente in modo del tutto analogo alla tecnica extramucosa. L'unica differenza è costituita, quindi, dalla via di accesso.
CARATTERISTICHE COMUNI IN TUTTE LE TECNICHE
Con le tecniche attuali, se l'intervento è eseguito da chirurghi esperti:

  • il dolore è praticamente quasi assente;
  • l'edema (gonfiore) e le ecchimosi (lividi) sono di entità del tutto trascurabile e durano in media 5-6 giorni;
  • il tamponamento nasale è molto leggero e talvolta anche evitabile;
  • non esistono praticamente sequele cicatriziali (aderenze);
  • il paziente può riprendere le proprie occupazioni dopo 7- 8 giorni.