Fratture del naso e del massiccio facciale

 

Il naso (piramide nasale), per la sua particolare collocazione topografica, è frequentemente interessato nei traumi della faccia.
I danni prodotti dal trauma possono interessare le strutture ossee del naso esterno, quelle cartilaginee e osee del setto nasale ed etendersi anche ad altre parti dello scheletro del volto e del cranio.
Il focolaio di frattura può estendersi all'orbita determinando sintomi oftalmici (paralisi oculare o danni al visus), alla regione degli zigomi con: infossamento, danni estetici, disturbi trigeminali (II branca) e alla arcata dentaria superiore con lesioni alle gengive e ai denti.
In base all'estensione dei focolai di frattura si possono quindi determinare gravi danni estetici e funzionali.

La sintomatologia delle fratture nasali è prevalentemente costituita da:

  • epistassi (emorragia dalle fosse nasali)
  • deformazioni ossee (variazioni dell'aspetto estetico)
  • ematoma
  • echimosi (lividi) prevalentemente sotto gli occhi (echimosi ad "ala di farfalla")
  • sintomi legati alla estensione della frattura ad altre parti del massiccio facciale

La terapia deve prioritariamente essere rivolta alle condizioni generali del paziente (emorragia, ferite cutanee, ingestione o inalazione di sangue nelle vie aeree e digestive, stato di shock) e successivamente alla riduzione e contenzione della frattura.

E' necessario procedere alla riduzione delle frattura in anestesia generale o in anestesia locale in sedazione non oltre l'ottavo giorno dal trauma, prima che inizi il consolidamento dei frammenti ossei dislocati.
Dopo la riduzione si applica una contenzione esterna con gesso e una contenzione interna mediante tamponamento nasale. Il gesso può essere rimosso dopo 7 giorni, i tamponi dopo tre giorni.
Nelle fratture che interessano anche lo scheletro facciale sono talvolta necessari interventi per via esterna con utilizzo di placchette metalliche e viti per la contenzione delle strutture dislocate (osteosintesi).

La diagnosi delle fratture nasali si formula in base all'esame obiettivo, agli esami radiografici standard e alla TC (TAC) che è sempre necessaria se si sospetta una irradiazione del focolaio della frattura allo scheletro del massiccio facciale o del cranio.

Negli esiti ormai consolidati di fratture nasali non ridotte o insufficientemente trattate si dovrà ricorrere ad interventi di rinoplastica, che possono comportare, accanto alla correzione di concomitanti deviazioni del setto nasale, anche l'innesto di frammenti cartilaginei (prelevati di solito dalle cartilagini costali) od ossei (prelevati dalla cresta iliaca) per correggere eventuali deformità estetiche del dorso della piramide nasale.

Si ricorrerà alla competenza del chirurgo maxillo facciale, del chirurgo plastico o dell'oculista in caso di lesioni estese ad altre parti dello scheletro del volto.