Studio del sistema vestibulo-oculomotorio (ny otticocinetico)

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Martedì, 27 Marzo 2012 14:23
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i movimenti optocinetici, che mantengono stabili le immagini sulla retina durante i movimenti rotatori prolungati del capo
movimenti optocinetici, o riflessi optocinetici o nistagmo optocinetico sono caratterizzati dallo stesso andamento oscillatorio degli occhi che caratterizza il nistagmo vestibolare, ma sono dovuti ai movimenti di tutte (o gran parte) le immagini visive sulla retina, come si verifica quando si ruota il capo, compensando, così, le imprecisioni del nistagmo vestibolare. Si può far insorgere un riflesso optocinetico ponendo un soggetto all'interno di un cilindro a strisce bianche e nere verticali. Quando il cilindro ruota, si manifesta un nistagmo optocinetico, che è simile al nistagmo vestibolare che si svilupperebbe se la sedia sulla quale il soggetto è seduto venisse fatta ruotare in direzione opposta, ed il soggetto prova la sensazione di essere lui stesso a ruotare.
La risposta del riflesso optocinetico dipende da strutture sia corticali che sottocorticali; fra queste ultime sono comprese anche i nuclei vestibolari che, tramite il pretetto, ricevono informazioni dalla retina. La componente corticalecomprende l'area visiva primaria, cui, a questo scopo, arrivano fibre dagli strati magnocellulari del nucleo genicolato laterale, ed altre aree visive corticali.

Acufenometria e test di valutazione dell'iperacusia

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Lunedì, 26 Marzo 2012 17:35
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Cos’è l’iperacusia
Il sintomo più frequente associato all’acufene è un’abnorme sensibilità al rumore. Le persone con iperacusia che, nei casi più gravi può giungere sino a vere forme di fonofobia costituendo il principale problema del paziente, differente dal recruitment di loudness in quanto può occorrere anche in soggetti normoacusici sebbene possa essere stimata con tecniche audiometriche similari (soglia di disagio o LDL), percepiscono i rumori normali di tutti i giorni come se fossero intollerabilmente alti, non solo lo sbattere delle porte, ma i rumori prodotti da chi lavora in cucina o anche dai propri figli che giocano. Questo effetto non è collegato all’intensità dei vari rumori, ma ad una alterazione del sistema di elaborazione dei suoni a livello cerebrale.
Ancora più elevata risulta l’incidenza dell’iperacusia: 62.2% dei pazienti riferiva infatti difficoltà uditiva sebbene solo in un limitato numero di casi questa fosse invalidante (solo il 16% dei pazienti era portatore di apparecchi acustici al momento della prima osservazione). D’altronde in caso di associazione fra ipoacusia ed acufene quest’ultimo costituiva ‘il problema’  principale nel 63.3% dei casi.

Audiometria automatica di Bekesy

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Lunedì, 26 Marzo 2012 17:14
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Questa tecnica di indagine audiometrica che è stata proposta da V. Békésy. Il soggetto viene istruito a premere un pulsante appena inizia a sentire un suono e a rilasciarlo appena non lo sente più. Vengono erogati due treni di stimoli, il primo a suono continuo, il secondo a suono pulsato. Dal confronto tra il tracciato con suono continuo e quello a suono pulsato è possibile avere cinque tipi di tracciati. Nella curva di I tipo i tracciati ottenuti con il suono continuo e suono pulsato sono sovrapposti ed è un tracciato caratteristico di normoacusia o di ipoacusia di trasmissione (orecchio medio); nella curva di II tipo il tracciato ottenuto con il suono continuo e quello con suono interrotto appaiono separati e distinti, in alcuni casi a partire dalle frequenze superiori a 1000Hz. In questo tipo di curva, il tracciato ottenuto con suono pulsato si trova sempre al di sopra di quello ottenuto di suono continuo. Questo tipo di curva è patognomonico di sofferenza cocleare (orecchio interno). Nella curva di III tipo il tracciato ottenuto con tono continuo si stacca nettamente e improvvisamente da quello ottenuto da un suono interrotto, questo tipo di curva si osserva nelle ipoacusie a sede retrococleare. La curva di IV tipo è simile a quella di II tipo, soltanto che la distanza tra le due curve ottenute con il suono continuo e suono interrotto è sempre superiore ai 25dB, ed è una curva caratteristica di ipoacusia cocleare o retrococleare. Infine, nella curva di V tipo, tipico delle ipoacusia di natura funzionale, la curva ottenuta con suono pulsato si trova sempre al di sotto di quella ottenuta con il suono continuo. Questa tecnica, anche se oggi poco utilizzata, trova utile applicazione nello studio delle patologie cocleare e retrococleari.

1^ Curva di BEKESY

2^ Curva di BEKESY

3^ Curva di BEKESY

4^ Curva di BEKESY

5^ Curva di BEKESY

Acufenometria per la localizzazione dell'acufene

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Lunedì, 26 Marzo 2012 17:15
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Lo scopo dell'acufenometria è quello di stabilire il range tonale (frequenza/pitch) dell'acufene e la sua intensità soggettiva (intensità/loudness). Tali determinazioni risultano, naturalmente, difficoltose quando l'acufene è assimilabile più che ad un tono puro ad un rumore complesso.
Si sa che un tono puro può essere mascherato da un altro tono puro di sufficiente intensità.
Invece di un tono puro si può utilizzare un rumore a banda larga o a banda stretta.
Il rumore a banda stretta ha caratteristiche di mascheramento simili ad un tono puro, mentre un rumore a banda larga dà un tipo di mascheramento non caratteristico e sta ad indicare soltanto l'intensità del tono mascherante e non la frequenza.
Un tono puro può essere facilmente mascherato da un rumore a banda larga, mentre un rumore a banda larga difficilmente potrà essere mascherato da un tono puro.
Un acufene, dunque, può essere mascherato, a seconda delle sue caratteristiche, da un tono puro, da un rumore a banda stretta o infine, da un rumore a banda larga.
Il mascheramento può essere effettuato sia dallo stesso lato che controlateralmente, ed in quest'ultimo caso l'intensità necessaria a mascherare l'acufene è sempre inferiore a quella impiegata ipsilateral-mente.
Al paziente, dopo un'attenta anamnesi acufenologica ed un esame impedenzometrico, viene effettuato, alle frequenze tradizionali (da 125 ad 8.000 Hz), un'audiometria liminare e quindi, sempre alle stesse frequenze, viene saggiata, sia con toni puri che con rumori a banda larga ed a banda stretta, l'intensità di mascheramento dell'acufene e cioè la minima intensità capace di non fare percepire allo stesso paziente il proprio acufene.
Feldmann (1971) ha messo a punto una metodica di mascheramento mediante la quale, raffrontando la curva audiometrica liminare con la curva di mascheramento, ha ottenuto diversi tipi di curve di mascheramento indicative sulla possibile etiologia dell'acufene (vedi Figure).
• Tipo I (Fig.A). Si riscontra nelle ipoacusie per le frequenze acute con acufene anch'esso per le frequenze acute. La curva della soglia uditiva e quella di mascheramento convergono dalle frequenze gravi alle acute e si incontrano alla frequenza corrispondente al pitch dell'acufene. Questo tipo di curva è definito "tipo convergente".
• Tipo II (Fig.B). Si riscontra molto raramente. La curva della soglia uditiva e quella di mascheramento divergono dalle frequenze gravi alle acute. Questo tipo di curva è definito "tipo divergente".
• Tipo III (Fig.C). Si riscontra nelle ipoacusie pantonali piatte. La curva della soglia uditiva e quella di mascheramento si distanziano l'una dall'altra al massimo di 10 dB. Questo tipo di curva è definito "tipo congruente".
• Tipo IV (Fig.D). Si riscontra prevalentemente nella presbiacusia. La curva della soglia uditiva e quella di mascheramento sono molto distanti l'una dall'altra. Questo tipo di curva è definito "tipo distanziato"'.
• Tipo IVa (Fig.E). Si riscontra prevalentemente nella otite siero-mucosa. Nei tipi I e III, di regola, l'intensità di mascheramento con toni puri e con rumori a banda stretta sono uguali. Nel tipo IV, invece, vi può essere una differenza nel senso che per mascherare l'acufene è necessaria una più alta intensità del tono puro rispetto al rumore a banda stretta. Questo tipo di curva viene definito "tipo dispersivo".
• Tipo V (Fig.F). Si riscontra nei casi di sordità grave e profonda. L'acufene non può essere mascherato da nessuno stimolo esterno che, per il grave danno della coclea o del nervo, non è in grado di raggiungere la soglia di sensazione. Questo tipo di curva viene definito "tipo resistente".

fig 16min

A seconda del tipo di curva ottenuta è possibile fare una previsione sulla eventualità di successo della terapia mediante mascheramento, ed infatti i tipi I e III indicano che vi possono essere buone possibilità di scomparsa o attenuazione dell'acufene sia con il mascheramento protesico che con il mascheramento mediante stimolazione elettrica, nei tipi II e IV invece i risultati positivi si possono ottenere solo con il mascheramento mediante stimolazione elettrica, mentre il tipo V non avrà beneficio da nessun tipo di mascheramento.

Esami dell'orecchio

  • Categoria: Esami
  • Pubblicato: Lunedì, 26 Marzo 2012 15:54
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esami orecchio

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