Generalità e classificazione

Sordità genetiche

 

 

GENERALITA’ E CLASSIFICAZIONI

 

Sordità genetica 
Le sordità genetiche sono causate da un’alterazione del materiale genetico. Il materiale genetico, DNA (acido desossiribonucleico), è contenuto in quasi tutte le cellule del corpo umano. Le lunghe catene di DNA possono essere suddivise in sezioni codificanti chiamate geni. Ogni individuo eredita due copie di ogni gene, una copia da ogni genitore. I geni controllano la produzione e la funzione di proteine, che a loro volta determinano la struttura e la regolazione del corpo. Sono costituiti da una specifica sequenza di 4 unità chimiche (“basi”) adenina (A), guanina (G), citosina (C), timina (1), sono abbastanza simili da individuo a individuo, L’uomo possiede circa 30 000 geni (molto meno di quello che si riteneva alcuni anni fa), una frazione dei quali si ritiene implicato nella “costruzione” e nel funzionamento (omeostasi) dell’orecchio interno.

Come si è detto nel capitolo della sordità infantile, si stima che circa metà delle sordità presenti alla nascita siano dovute a fattori genetici. Tali forme possono essere di gravità diversa. Tuttavia una sordità genetica può anche manifestars i a qualsiasi età della vita, ed essere variamente progressiva. Per queste forme, definite ad esordio tardivo, non esistono stime di prevalenza, anche se si sospetta che siano responsabili di una proporzione considerevole delle ipoacusie neurosensoriali.

Le sordità genetiche possono essere classificate secondo vari criteri, Il primo di essi è essenzialmente clinico e contempla due grandi categorie: forme non sindromiche e forme sindromiche.

·         forme non sindromiche in cui la perdita dell’udito non è accompagnata da altri sintomi e comprendono circa il 70% dei casi. Due terzi di queste forme presenta una trasmissione di tipo autosomico recessivo, un terzo è legato ad una trasmissione di tipo autosomico dominante, mentre solo l’1-2% è riconducibile ad una trasmissione associata al cromosoma X. Una percentuale ancora da definire è dovuta a mutazioni del DNA mitocondriale.

·         forme sindromiche in cui la perdita dell’udito di associa ad altre manifestazioni cliniche e comprendono il restante 30% dei casi. Tra le forme sindromiche più comuni vi sono la sindrome di Pendred (sordità e gozzo) e la sindrome di Usher (sordità e cecità progressiva).

Nella maggior parte dei casi (circa 70-80%) di sordità genetica non sindromica a trasmissione autosomica recessiva è coinvolto il gene della connessina 26 (Cx26, noto anche come GJB2, gap-junction protein beta 2). Le alterazioni a carico di questo gene sono numerose, ma la mutazione più frequente (50-80% dei casi) è nota come 30/35delG. La frequenza dei portatori sani (eterozigoti asintomatici) in Italia è di 1 su 35 individui. Due genitori portatori sani (asintomatici) avranno una probabilità del 25% di avere figli affetti da sordità genetica non sindromica. Dalla stessa unione i figli avranno una probabilità del 50% di nascere portatori sani, come i genitori. Il gene Cx26 codifica per la connessina 26, una proteina di giunzione che forma dei canali per mettere in comunicazione fra loro le cellule cocleari e consentire il passaggio di mediatori chimici, fra i quali lo ione potassio, fondamentali per la funzionalità dell’orecchio. Un’altra mutazione del gene GJB2, meno frequente della 30/35delG, è la 167delT. Un altro gene associato a sordità non sindromica è Cx30 o GJB6 (gap-junction protein beta 6) che codifica per la connessina 30. Studi pubblicati hanno evidenziato la presenza di una mutazione (D13S1830)che consiste in una delezione all’interno del gene. La delezione di GJB6 sia in omozigosi (entrambe le copie del gene sono mutate) che in associazione con una mutazione del gene Cx26 (eterozigosi composta) causano perdita dell’udito.

 

 

 

Ad oggi sono state identificate più di 400 tipi diversi di sindromi in cui è coinvolta la funzione uditiva. Si ricorda che una sindrome è un gruppo di sintomi o caratteri patologici che riconoscono lo stesso fattore causale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Questi altri disordini associati alla sordità interessano:

1. struttura anatomica cranio-facciale

2. apparato oculo-visivo

3. apparato muscolo-scheletrico

4. apparato tegumentario (cute ed annessi)

5. apparato renale

6. sistema nervoso centrale

7. sistema metabolico-endocrino



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una seconda classificazione è basata sulla modalità con cui si eredita la sordità (Fig 1)

Nella trattazione della trasmissione ereditaria dei caratteri si ricorre ad una peculiare terminologia La tabella IV elenca le principali definizioni.