Perforazione timpanica semplice

Reliquati delle otiti

Perforazione timpanica semplice


Definizione
. La perforazione timpanica semplice definisce una comunicazione patologica tra l’orecchio esterno e l’orecchio medio, in assenza di fenomeni flogistici, distinta dall’atrofia dello strato fibroso della MT e dalla retrazione patologica circoscritta della MT (tasca di retrazione) Perforazioni subtotali e totali(Fig.1a-b-c-d-e-f.); Perforazioni Centrali di Dimensioni Medie,( Fig.2a-b-c-d).


Eziopatogenesi.

La soluzione di continuo della membrana timpanica può essere provocata da:

Evento traumatico diretto: inserimento forzato e profondo di corpi estranei nel condotto uditivo esterno, come bastoncini igienici cotonati. La rottura può essere secondaria a penetrazione accidentale di schegge o oggetti appuntiti.

Evento traumatico indiretto: con questa dizione si fa riferimento ad un barotrauma esplosivo o implosivi (schiaffi, esplosioni, tuffi in acqua, immersioni ).

Evento infiammatorio: dopo la risoluzione della flogosi, la perforazione timpanica rappresenta uno dei reliquati più frequenti delle otiti purulente.

Nell’ambito dell’otite media cronica è probabilmente multifattoriale ad eziologia non ben definita. Nella patogenesi della malattia rivestono importanza diversi fattori tra cui:

Embriologici ed anatomici: l’organogenesi dell’orecchio medio è complessa originando da tutti e tre i foglietti embriologici. Un’alterazione della formazione dei diversi recessi, seni, aditi può giocare un ruolo fondamentale nella genesi e mantenimento di un processo flogistico cronico. In particolare riveste grande importanza il diaframma interattico-atriale che separa la cavità in due parti: una anteroinferiore ben ventilata ed una postero-inferiore poco ventilata e sede di ristagno e ritenzione pericolosa.

Batteriologici: l’influenza dell’infezione batterica sembra essere importante in quanto induce, mantiene e riattiva un processo flogistico della mucosa respiratoria dell’orecchio medio. Il ripetersi degli episodi infettivi non può che aggravare una flogosi cronica.

Biochimici: nella fase iniziale della flogosi cronica i mediatori dell’infiammazione possono modificare lo spessore dello strato periciliare attraverso la vasodilatazione, l’aumento della permeabilità capillare, l’aumento di secrezione mucoide, l’alterazione della ventilazione tubarica. Questi fattori aumentano lo strato periciliare favorendo il ristagno del versamento per l’alterazione della clearance mucociliare. A lungo termine il continuo stimolo dei diversi mediatori sulla mucosa dell’orecchio medio potrebbe favorire la metaplasia mucipara secretiva e l’aumento dei fibroblasti e della sintesi di collagene.

Tubarici: la disfunzione tubarica cronica per cause flogistiche, meccaniche e dismorfiche modifica l’equilibrio pressorio e gassoso endotimpanico con automantenimento dell’infiammazione mucosa.

Le perforazioni traumatiche più spesso interessano il quadrante postero-inferiore della membrana. in quanto più direttamente accessibile dall’esterno, e meno resistente ai carichi pressori. La guarigione, se la perforazione non si sovra-infetta, di solito avviene spontaneamente.

La verosimile carenza di fattori promotori della riparazione timpanica, in particolare di citochine quali l’Epidermal Growth Factor (EGF) e il Basic Fibrohlastic Growth Factor bFGF). è responsabile della persistenza della perforazione.


Anatomia patologica. Classicamente le perforazioni timpaniche si distinguono in:

1) perforazioni non marginali della pars tensa, denominate anche centrali o paia-centrali, separate dall’anulus timpanico da un residuo della MT, più o meno ampie;
2 perforazioni marginali, situate alla periferia della MT, nella maggior parte dei casi localizzate a livello del quadrante postero-superiore della pars tensa o a livello della pars flaccida. Le perforazioni marginali si accompagnano a un maggiore rischio di migrazione epidermica all’interno dell’orecchio medio, con la conseguente comparsa di un colesteatoma.

L’evoluzione di una perforazione timpanica è variabile, potendosi osservare casi di riparazione spontanea anche a distanza di diversi mesi dalla sua prima osservazione: da ciò deriva la necessità di un attento controllo micro-otoscopico, che si impone sempre prima di una indicazione chirurgica alla mirirgoplastica.


Perforazioni Subtotali e Totali


Fig.1a: Perforazione subtotale della membrana timpanica destra

Fig.1b: perforazione centrale di una della membrana timpanica sinistra

Fig.1c: attraverso la perforazione subtotale si osservano l'ostio tubarico, il canale del muscolo tensore del martello, il promontorio con la finestra rotonda, l'ipotimpano, l'articolazione incudo-stapediale. Si osserva un assottigliamento dell'incudine

Fig.1d :Perforazione subtotale della membrana timpanica sinistra con ampio panorama della parte inferiore dell'orecchio medio

Fig.1e Ampia perforazione della membrana timpanica destra Attualmente non vi è alcuna infezione, ma è associata un significativa ipoacusia trasmissiva

Fig.1f: Attraverso la perforazione si osservano la regione ipotimpanica, l'inizio della tuba, il canale del tensore del martello e, posteriormente, la finestra rotonda

 

Clinica e diagnosi

La raccolta dei dati anamnestici è fondamentale per evidenziare la presenza di condizioni generali (stato socio-economico, immunodeficienze, allergie) o loco-regionali (malformazioni cranio-facciali, alterazioni auricolari e rinofaringee) capaci di favorire l’insorgenza, la terapia e la prognosi della malattia..

L’OMCS si può presentare dunque con una ipoacusia di grado variabile, otorrea viscosa modesta ma frequente (che diventa purulenta in corso di flogosi) ed acufeni.

L’otoscopia è l’esame diagnostico fondamentale che consente l’identificazione della perforazione della membrana timpanica, della sua dimensione e sede, e dell’eventuale otorrea associata. La perforazione può essere centrale della pars tensa sempre con anulus integro, oppure può essere marginale della pars flaccida con aree più o meno estese di danno all’anulus. La sede più frequente è la porzione posteriore (40%), mentre solo nel 20% dei casi la perforazione risulta essere totale o subtotale. Un ulteriore reperto otoscopico è rappresentato dalla timpanosclerosi, testimoniata dalla presenza di aree di colore avorio nelle porzioni residue di membrana La catena ossiculare solitamente normale può presentare lesioni osteitiche variabili che possono interessare l’articolazione incudo-stapediale, il manico del martello e la sovrastruttura della staffa.

L’esame audiometrico tonale evidenzia una ipoacusia trasmissiva di grado variabile (in genere sui 30-50 dB); il coinvolgimento della via ossea (danno neurosensoriale) è in genere tardivo. Il timpanogramma non è eseguibile vista la perforazione.


Perforazioni Centrali di Dimensioni Medie


Fig.2a: Perforazione centrale secca attraverso cui può essere visto il nervo timpanica.

Fig.2-b: Perforazione anteriore di una membrana sclerotica. Si osserva l'ipotimpano anteriore

Fig.2c: Perforazione anteriore di una membrana timpanica sclerotica. Attraverso la perforazione è visibile l'ipotimpano anteriore

Fig.2d: Questa membrana timpanica ha una dimensione perforazione della membrana timpanica moderato con gran parte del resto della membrana timpanica con timpanosclerosi Involved.

 

 

L’entità dell’ipoacusia trasmissiva dipende più che dalle dimensioni, dalla posizione della perforazione timpanica, aggravata dalla eventuale coesistenza di un’interruzione della catena ossiculare: in questi casi, qualora sia presente una perforazione totale o sub-totale, l’ipoacusia raggiunge i 50dB (Austin 1972.1978). Una perforazione timpanica semplice. cioè senza interessamento del contenuto della cassa non comporta mai una perdita uditiva trasmissiva maggiore di 35 dB (Fig. 1). Perforazioni inferiori a 2-3 mm di diametro possono essere prive di conseguenza sulla soglia uditiva.
Al contrario. ipoacusie di grado severo o profondo. di tipo misto, si possono verificare nelle perforazioni causate da esplosioni o da fratture del temporale. In questi casi la componente neurosensoriale è causata dall’azione traumatica estesa anche all’orecchio interno.
Una perforazione timpanica è spesso accompagnata da una disfunzione tubarica. anche se è spesso difficile dimostrare se questa preesista o sia conseguenza della perforazione: è però dimostrato (Magnuson e Falk 1984) che gli episodi di otorrea tubarica recidivante si risolvono dopo un intervento di miringoplastica.
La presenza di una flogosi cronica della mucosa di rivestimento dell’orecchio medio:
che si traduce clinicamente nella persistenza di un’otorrea mucosa o muco-purulenta.e spesso responsabile anche di una patologia infiammatoria cronica della cute del CUE nonché di quadri di miringite granulosa cronica .
La presenza di una perforazione della MT controindica la possibilità di far entrare acqua nell’orecchio medio, nella vita quotidiana e nell’attività sportiva acquatica. allo scopo di prevenire sovra-infezioni e/o stimolazioni labirintiche caloriche responsabili di vertigine.

Le perforazioni timpaniche. infine, sebbene non controindichino in modo assoluto la protesizzazione acustica convenzionale, sono spesso responsabili di irritazione cronica della cute del CUE con otorrea, in relazione a un difetto di ventilazione dell’ orecchio medio:

inoltre sono responsabili di alterazioni della frequenza di risonanza del CUE.

Lo studio radiologico medio-interno (HRCT ad alta risoluzione senza mdc) può evidenziare un offuscamento infiammatorio della mucosa della cassa timpanica e della mastoide con segni di osteite; tale indagine tuttavia quasi mai si rende necessaria.


Evoluzione

Lasciata in balia degli episodi flogistici infettivi la malattia evolve con otorrea purulenta e fetida che macera la cute del condotto, favorisce le lesioni osteitiche ed aggrava e mantiene la flogosi attico-mastoidea.


Terapia

Ha come obiettivo la risoluzione del processo infettivo, la prevenzione delle riacutizzazioni e delle complicanze.

Terapia medica: si basa sul trattamento locale auricolare e nasale (rinofaringeo e tubarico) e generale. Vengono somministrati in caso di riacutizzazione antibiotici per via generale o locale; si utilizzano antinfiammatori non steroidei, decongestionanti nasali e talvolta antistaminici. Anche la crenoterapia sulfurea e/o salsobromoiodica contribuisce alla stabilità clinica della malattia agendo sulla tuba uditiva (permeabilità e trofismo della mucosa tubarica). Oltre alle cure termali, possono essere utili per la prevenzione degli episodi otitici gli immunostimolanti.

La terapia medica è fondamentale per ottenere un orecchio asciutto e stabile che è un elemento importante ma non decisivo per un intervento chirurgico di successo. A causa del modesto deficit uditivo e del basso rischio di complicanze, è possibile limitarsi al follow-up senza porre indicazione chirurgica. In questi casi, è buona norma limitare il contatto dell'orecchio esterno con l'acqua (utilizzo di tappi auricolari) al fine di prevenire l'esposizione dell'orecchio medio a batteri patogeni.

Terapia chirurgica: varia dalla semplice Miringoplastica (timpanoplastica I tipo) alla Timpanoplastica (chiusa e più raramente aperta) con mastoidectomia. L’ossiculoplastica viene presa in considerazione nei casi di discontinuità della catena ossiculare per lisi ossea), L'indicazione alla miringoplastica si pone, in generale, in caso di non completa restitutio ad integrum dopo 2 mesi dal trauma/evento patologico. La miringoplastica si effettua generalmente in anestesia locale ed è un intervento gravato da un bassissimo rischio di complicanze, proponibile praticamente a tutti i pazienti a prescindere dall'età; il tasso di successo è altissimo, superiore al 90% se l'operatore è particolarmente esperto La miringoplastica è volta a ottenere una riparazione della perforazione timpanica, con ricostruzione della membrana timpanica (in assenza di manovre chirurgiche sulla catena ossiculare. di cui viene esclusivamente esplorata la integrità anatomica e la mobilità) utilizzando il tessuto della fascia del muscolo temporale del paziente stesso, prelevato durante l'intervento];.


Prognosi

La perforazione timpanica, una volta stabilizzata, non ha tendenza alla guarigione spontanea. Per questo, si deve controllare lo sviluppo di timpanosclerosi o di infezioni croniche a carico dell'orecchio medio. Il quadro infettivo-flogistico si manifesta con otorrea purulenta, otodinia e iperpiressia.

 

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