Tumori maligni delle ghiandole salivari

 

Basi  
Frequenza, forme: 11% di tutti i tumori maligni del capo e del collo è costituito da tumori maligni delle ghiandole salivari. Circa il 20% di tutti i tumori delle ghiandole salivari sono maligni.  
Carcinomi (60% dei tumori maligni delle ghiandole salivari): carcinoma in adenoma pleomorfo, carcinoma adenocistico, adenocarcinoma, carcinoma a cellule piatte, carcinoma indifferenziato, tumore a cellule acinose, tumore mucoepidermoide.  
• Tumori maligni di origine non epiteliale (6% dei tumori maligni delle ghiandole salivari): ad es. sarcoma, linfoma maligno.  
Metastasi di tumori primitivi localizzati altrove (4% dei tumori maligni delle ghiandole salivari), per es. carcinoma dei seni paranasali, ipernefroma, carcinoma mammario, carcinoma della cute del corpo.  
Metastasi regionali: da attendersi nel carcinoma mucoepidermoide nel 44%  
dei casi, nel carcinoma spinocellulare nel 37%, nell’adenocarcinoma nel  
25%, nel carcinoma in adenoma pleomorfo nel 21%.  
-Metastasi linfonodali occulte: principalmente nel carcinoma mucoepidermoide (high grade) nel 16%.

Metastasi a distanza: 42% nel carcinoma adenocistico (cilindroma), 36% nel  
carcinoma indifferenziato, 27% nell’adenocarcinoma, 21% nel carcinoma in adenoma pleomorfo, 5% nel carcinoma spinocellulare.

Incidenza: 1,5 100 000 abitanti anno.  
Comparsa: ad ogni età, soprattutto oltre la 5 decade di vita. Più frequenti nel sesso maschile.  
Sintomatologia:  
Crescita rapida (escluso il carcinoma adenocistico), cattiva delimitazione e riduzione progressiva della mobilità a causa della fissazione ai tessuti circostanti. Infiltrazione ed arrossamento della cute sovrastante. Dolore (all’inizio può essere assente). Metastasi ai linfonodi cervicali (molto rare nel carcinoma adenocistico).  
Paralisi nervose (n. facciale, n. linguale). Paralisi del facciale al momento della prima visita: 24% nel carcinoma indifferenziato, 19% nel carcinoma spinocellulare, 17% nel carcinoma adenocistico, 11% nell’adenocarcinoma.  

Diagnostica  
Indispensabile:  
Ispezione: tumefazione della ghiandola con eventuale arrossamento della cute.  
Palpazione (binaurale): delimitazione non buona rispetto ai tessuti circostanti, mobilità da ridotta ad abolita. Dolore alla palpazione per lo più presente. Superficie spesso nodosa o bozzuta. Consistenza da aumentata a dura.  
Palpazione dei linfonodi tributari.  
Esame della funzione dei nervi facciale, trigemino, linguale, ipoglosso.  
Esame obiettivo ORL completo: ispezione della cavità orale e del faringe:  
tumefazione del palato molle o della parete laterale del faringe? Trisma?  
Otomicroscopia: invasione tumorale del condotto uditivo esterno?  
Ecografia: tumore solido o cistico?  
RM e/o TC: infiltrazione ed estensione della neoformazione (base cranica, regione retromascellare), osteolisi.  
Ago aspirato: per diagnostica citologica. Sensibilità e specificità tra l’80% e il 90%, cioè nel 10-20% dei casi si possono avere dei falsi positivi o dei falsi negativi. Nel caso di risultati non chiari con l’ago aspirato è meglio evitare una biopsia a cuneo per il grosso rischio di una disseminazione tumorale. Meglio: l’asportazione diagnostica (sottomandibolare) o l’cs. intraoperatorio al congelatore (parotide).  
Esami radiologici: torace (metastasi polmonari).  
Utile in casi particolari:  
Scintigrafia ossea.  
Consulto interdisciplinare: internista (stadiazione del tumore).  

Diagnosi differenziale  
Tumori benigni delle ghiandole salivari.  
Metastasi di tumori di altri organi (ad es: ipernefroma, carcinoma della prostata, carcinoma mammario. Carcinoma cutaneo della regione frontale o geniena, melanoma maligno.  
Ipertrofia masseterina: aumento di volume bilaterale indolente della muscolatura masseterina. Conformazione similtumorale, ma simmetrica, evidente soprattutto nell’occlusione forzata. Cause: bruxismo notturno, masticazione frequente di gomma, personalità “repressa”, ad es. eccessiva ambizione.  
Linfoma non-Hodgkin.  
Flogosi cronica delle ghiandole salivari.  

Terapia  
Terapia medica:  
Consigliare sempre l’intervento che dà la prognosi migliore.  
in caso di inoperabilità o di rifiuto da parte del paziente, radioterapia con 60-70 Gy.  
Chemioterapia: la sola chemioterapia citotossica è generalmente meno efficace (tassi di remissione bassi e di breve durata).  
Indicazioni all’intervento chirurgico: di regola ogni tumore maligno delle ghiandole salivari, se l’estensione della neoformazione e lo stato generale del paziente lo consentono, e se ciò permette una sopravvivenza ed una qualità di vita migliore.  
Principi dell’intervento:  
• Carcinoma mucoepidermoide T1/T2 low grade e carcinoma a cellule acinose:  
parotidectomia totale con conservazione del n, facciale.  
• Carcinoma vi mucoepidermoide high grade, carcinoma spinocellulare, adenocarcinoma e carcinoma indifferenziato, tumore misto degenerato:parotidectomia totale con resezione del nervo facciale (spesso è possibile la conservazione di singoli rami del nervo facciale).  
Tumori estesi (T3/T4) e recidive tumorali: parotidectomia totale con sacrificio del facciale, eventualmente con resezione della cute sovrastante, della muscolatura vicina, della mandibola, della mastoide, ecc.  
In caso di localizzazioni tumorali nella ghiandola sottomandibolare o nelle ghiandole salivari minori, si attuano procedimenti secondo quanto richiesto dalla patologia specifica.  
In ogni tumefazione maligna delle ghiandole salivari: trattamento chirurgico delle vie linfatiche di drenaggio.  
Nervo facciale: la resezione del n. facciale o di singoli rami è necessaria quando il nervo o i suoi rami sono in stretto contatto con il tumore. Importante:effettuare sempre l’esame al congelatore del tessuto circostante la parte del nervo che viene risparmiata!  
In molti casi è possibile la ricostruzione del nervo facciale con interposizione di un trapianto libero di n. surale o di n. grande auricolare già nel corso del primo intervento e/o mediante anastomosi con il n. ipoglosso.  
Ambulatoriale/con ricovero:  
E’ possibile praticare ambulatoriamente la terapia conservativa (radio- e/o chemioterapia) se consentito dalle condizioni generali.  
• Tutti gli interventi chirurgici con ricovero.  
Suggerimento assistenziale: in caso di paralisi facciale (rami palpebrali), porre attenzione all’essiccamento dell’occhio (cheratite), impiegare ad es. lacrime artificiali, bendaggio con vetro d’orologio (camera umida), soprattutto di notte.  
Prognosi  
Dipende dall’istologia del tumore, dal superamento o meno della capsula, dalla presenza o meno di metastasi regionali o a distanza, dall’infiltrazione dei nervi cranici, della base cranica e o della regione retromascellare.  
Attenzione: recidive tardive di carcinoma adenocistico. Di conseguenza controlli per tutta la vita, incluso controlli radiologici polmonari.  
In assenza istologicamente accertata di metastasi, il carcinoma epidermoide ed il carcinoma a cellule acinose hanno la prognosi migliore, mentre la prognosi di guarigione è minima in caso di adenocarcinoma e di carcinoma in tumore misto.  
Complessivamente la prognosi dei tumori maligni delle ghiandole salivari è  
Infausta La sopravvivenza a 5 anni si attesta attorno al 20%.

Tumori delle ghiandole salivari: adenoma monomorfo

 

Basi  
Frequenza: rappresenta il 20% di tutti i tumori benigni delle ghiandole salivari. Nei 2/3 dei casi si tratta di cistoadenolinfomi (tumore di Warthin), in 1/3 di adenoma dei dotti salivari, raramente di oncocitomi (adenoma ossifilo) o di altre forme di adenoma.  
Forme:  
Cistoadenolinfoma: 20% bilaterale, picco della malattia 50 anni. Maschi colpiti 5 volte di più delle femmine. Captazione selettiva di Tecnezio-99 m.  
Adenoma dei dotti escretori: per lo più monolaterale, picco della malattia 70 anni, più colpite le femmine.  
Oncocitoma: possibile esordio bilaterale e multiloculare. Picco della malattia 50 anni, maschi e femmine colpiti in ugual proporzione. Captazione di Tecnezio-99-pirofosfato. Oltre i 70 anni gli oncocitomi vengono rinvenuti in quasi tutte le ghiandole salivari.  
Sintomatologia: tumefazione rotondeggiante a superficie liscia, a crescita lenta, assenza di dolore.  

 
Diagnostica
  
Indispensabile:  
Ispezione: tumefazione circoscritta, decisamente liscia.  
Palpazione (bimanuale): ben delimitabile dai tessuti circostanti, mobile, dolente alla palpazione, superficie liscia, occasionalmente bernoccoluta, consistenza molle, elastica.  
Esame obiettivo ORL completo: eventuale protrusione nella loggia tonsillare dei tumori del lobo profondo della parotide.  
Ecografia.  
Esame della funzione del n. facciale.  
Agoaspirato: citologia.  
Utile in casi particolari:  
Esami radiologici: scialografia (occasionalmente compressione duttale).

Scintigrafia con Tc-99.  
• RM: estensione in profondità (diagnosi differenziale con tumori maligni).  

Diagnosi differenziale  
. Linfonodo parotideo, tumore maligno delle ghiandole salivari, emangioma, linfangioma, cisti epidermoide, sarcoidosi, tubercolosi, actinomicosi, metastasi.  

Terapia e prognosi  
Terapia medica: nessuna.  
Indicazioni all’intervento chirurgico: di regola ogni adenoma delle ghiandole salivari.  
Principi dell’intervento: asportazione del tumore con il tessuto sano circostante.  
Ambulatoriale/con ricovero: asportazione dei tumori della ghiandola parotide con ricovero.  
Prognosi: buona, ma vi è il rischio di recidive. Nessun rischio di degenerazione maligna. 
 

Scialolitiasi (calcolosi salivare)

 

Basi  
Definizione: alterata funzione delle ghiandole salivari (80% dei casi ghiandola sottomandibolare, 20% ghiandola parotide) a seguito di iposcialia primaria ed aumento di viscosità della saliva con conseguente precipitazione di sostanze inorganiche e formazione di calcoli (scialoliti).  
Composizione dei calcoli: carboidrati, aminoacidi (matrice organica), fosfati di calcio, magnesio, carbonati e ioni di ammonio (matrice inorganica).  
Comparsa: età media e avanzata.  
Sintomatologia e reperto clinico: tumefazione dolorosa della ghiandola salivare che compare rapidamente dopo stimolo gustativo (per es. assunzione di alimenti).  
Complicanze: scialoadenite ascessualizzata.  

Diagnostica
Indispensabile:  
Palpazione (bimanuale), massaggio ghiandolare (esame della secrezione, “sabbia”). I calcoli si possono palpare facilmente se sono incuneati nel dotto escretore principale. Esame obiettivo ORL completo: occasionale riscontro di una tumefazione infiammatoria con edema dell’orifizio del dotto escretore e della regione circostante.  
Esame dell’orofaringe: pavimento orale, mucosa geniena. Ecografia: per l’evidenziazione di concrezioni (ghiandola sottomandibolare, ghiandola parotide, Fig.1). I calcoli della sottomandibolare sono spesso ben riconoscibili, quelli ella parotide solo indirettamente per la dilatazione del dotto.

Utile in casi particolari:  
Esame de] dotto escretore della ghiandola con sonda bottonuta: resistenza dura, rumore da sfregamento.  
Tampone in caso di superinfezione batterica (esame colturale, antibiogramma).

Fig.1 Ecografia di una ghiandola sottomandibolare con calcolo. La formazione calcolosa (freccia) scherma gli ultrasuoni, cosicché dietro ad essa è riconoscibile una zona (*) priva di echi (ombra).

Fig.2 a) Calcolo entro il dotto escretore della ghiandola sottomandibolare destra. TC in assiale. h) Il calcolo asportato.  
 
Esami radiologici: pavimento orale, regione parotidea.  
Scialografia.  
TC/RM: ghiandole salivari (particolarmente nel sospetto di neoplasia)  
(vedi Fig.
2).  
• Endoscopia del dotto escretore (scialo-endoscopia).  

Diagnosi differenziale  
Neoplasia delle ghiandole salivari. Stenosi infiammatoria o tumorale del dotto escretore. Fleboliti.  

Terapia e prognosi  
Terapia medica:  
Scialagoghi, ad es. limone, gomma da masticare, brodo, pilocarpina. Dilatazione della papilla ed estrazione del calcolo.  
In caso di superinfezione batterica, antibiotici, ad es. cefalosporine di 1° e 2° generazione, clindemicina, aminopenicillina + inibitore della β-lattamasi. Antiflogistici, per es. diclofenac.  
• Litotrissia extracorporea: nei calcoli della parotide, evtl. anche in caso di piccoli calcoli sottomandibolari intraparenchimali.  
• Endoscopia del dotto con apposito endoscopio flessibile ed estrazione o frammentazione (Laser) del calcolo.  
Indicazioni all’intervento chirurgico: ogni scialolitiasi persistente.  
Principi dell’intervento:  
• Nei calcoli sottomandibolari extraghiandolari: incisione del dotto di Wharton sotto guida di una sonda, rimozione del calcolo, plastica del dotto escretore.  
• Concrezione in corrispondenza dell’ilo o intraghiandolare, oppure dopo litotrissia inefficace: asportazione della ghiandola.  
• Calcolo parotideo dopo litotrissia inefficace: parotidectomia.  
Ambulatoriale/con ricovero:  
Terapia conservativa e plastica del dotto ambulatoriamente o (in caso di infezione purulenta importante) con ricovero.  
Asportazione della ghiandola sottomandibolare di regola con ricovero, possibile arnbulatoriamente in casi selezionati.  
• Rimozione della ghiandola parotide con ricovero.  
Prognosi  
Buona dopo rimozione completa della ghiandola.

Tumori delle ghiandole salivari: adenoma pleomorfo

 

Basi  
Sinonimo: tumore misto.  
Definizione: neoformazione benigna, raramente bilaterale, delle ghiandole salivari. Si tratta del tumore più frequente caratteristico carico della ghiandola parotide.  
Frequenza: gli adenomi pleomorfi rappresentano circa il 70-80% di tutti i tumori benigni della parotide.  
Localizzazione: 80-85% dei casi nella parotide (2/3 nel lobo superficiale, 1/3 nel lobo profondo). 5% nella sottomandibolare e fino al 10% nelle ghiandole salivari minori della cavità orale (soprattutto palato).  
Comparsa: età media, nel sesso femminile principalmente nelle 4 decadi di vita.  
Rischio di degenerazione: circa il 5%.  
Sintomatologia: segni distintivi dell’adenoma pleomorfo sono l’accrescimento lento, la mobilità e la delimitabilità rispetto ai tessuti circostanti, come pure l’assenza di dolore.  

Diagnostica  
Indispensabile:  
Ispezione: tumefazione rotondeggiante preauricolare o in prossimità dell’angolo mandibolare (Fig.1). Gli adenomi del lobo profondo della parotide si manifestano spesso come tumefazione del palato molle o della parete laterale del faringe.  
Palpazione (bimanuale): buone la delimitazione e la mobilità. Raramente dolore alla palpazione, superficie liscia, occasionalmente anche bernoccoluta, consistenza duro-elastica, simile alla “gomma per cancellare”.  
• Esame obiettivo ORL completo: evtl. protrusione della parete laterale del faringe o del palato molle.  
Esame della funzione del n. facciale.  
Ecografia.  
Agoaspirato: citologia.  
Utile in casi particolari:  
Scialografia (interruzione duttale?).  
RM: interessamento della regione circostante, estensione in profondità.  

Fig. 1 Adenoma pleomorfo della ghiandola parotidea destra.  

Diagnosi differenziale  
Altre neoplasie benigne o maligne delle ghiandole salivari.  
Flogosi croniche della parotide o della sottomandibolare.  
Scialolitiasi. 

Tubercolosi, ascesso delle ghiandole salivari, linfonodi parotidei aumentati di volume. Flebolita, cisti epidermoide (ateroma).  
Emangioma o linfangioma della parotide (molle, delimitabile con difficoltà, aumenta di volume reclinando il capo verso il basso).  
Metastasi  

Terapia  
Terapia medica: nessuna.  
Indicazioni all’intervento chirurgico: di regola ogni adenoma pleomorfo.  
Principi dell’intervento:  
Adenoma pleomorfo della ghiandola parotide: a seconda della localizzazione, parotidectomia superficiale o totale con conservazione del n. facciale  
(monitoraggio).  
Adenoma pleomorfo della ghiandola soi-tomandibolare: asportazione della ghiandola con il tumore.  
Adenoma pleomorfo delle ghiandole salivari minori: asportazione del tumore con il tessuto sano circostante.  
Ambulatoriale/con ricovero:  
Asportazione dei tumori della sottomandibolare e della parotide con ricovero.  

Considerazioni  
- Il tumore deve essere asportato sempre circondato da tessuto salivare sano; una semplice enucleazione non è sufficiente in quanto l’adenoma pleomorfo per lo più non possiede una capsula connettivale completa: sussiste pertanto il rischio delle cosiddette metastasi da impianto. In caso di recidiva, il reintervento è più difficile con maggior rischio di lesione per il n. facciale, ed inoltre aumenta anche il rischio di degenerazione maligna.  

Prognosi  
Molto buona dopo una corretta rimozione dei tumore.

Scialoadenite cronica della sottomandibolare

 

Basi  
Sinonimo: tumore di Küttner.  
Definizione: tumefazione infiammatoria persistente di consistenza dura di una ghiandola sottomandibolare, con infiltrazione linfocitaria del tessuto connettivo e successiva sclerosi.  
Eziologia: probabile malattia su base immunitaria. Raramente colonizzazione batterica in occasione di stenosi del dotto.  
Comparsa: prevalentemente in età giovanile.  
Sintomatologia: tumefazione evidente, dolore per lo più assente.  
Diagnostica  
Indispensabile:  
• ispezione: tumefazione sottornandibolare ben delimitata, situata davanti l’angolo della mandibola.  
Palpazione (bimanuale): tumefazione poco dolente, dura, mobile, con fuoruscita di scarsa saliva dopo massaggio della ghiandola.  
• Esame obiettivo ORL completo: nessun riscontro patologico.  
• Ecografia.  
Utile in casi particolari:  
• Tampone: raccolta 
del secreto, antibiogramma.  
Esami radiologici: scialografia (esclusione di calcoli).  
Ago aspirato: esame citologico.  
•RM.  
• Endoscopia del dotto con speciale ottica flessibile (scialoendoscopia).  

Diagnosi differenziale  
Scialoadenosi: disturbo di tipo non infiammatorio riguardante la secrezione salivare e i suoi caratteri, di origine endocrino-metabolica (diabete mellito, alterazioni del metabolismo lipidico, gravidanza, disturbi ormonali, deficit vitaminici o proteici, alcolismo), nel corso di neuropatie primitive del sistema nervoso autonomo. Tutte le ghiandole salivari sono per lo più grossolanamente aumentate di volume, dure, indolenti. Decisivi per la diagnosi sono il decorso clinico, il riscontro di anomalie endocrine e/o metaboliche, la scialografia.  
Tumore sottomandibolare, metastasi.  
Tumore maligno della ghiandola sottomandibolare (ad es. carcinoma adenocistico).  

Terapia e prognosi  
Terapia medica: sintomatica con scialogoghi, antiflogistici, evtl. antibiotici.  
Indicazioni all’intervento chirurgico, principi dell’intervento:in ogni tumefazione della ghiandola persistente, non dolorosa, di origine non chiara,si consiglia asportazione della ghiandola sottomandibolare per escludere con sicurezza una forma maligna.  
Ambulatoriale/con ricovero:  
Terapia medica ambulatoriale.  
Rimozione della ghiandola con ricovero, possibile ambulatoriamente in casi selezionati.  
Prognosi: buona dopo rimozione della ghiandola.